I 10 ANNI DELLA CIVETTA
PARLIAMO DI AMBIENTE E TERRITORIO

di Claudio Morselli

Il 5 aprile del 1996 usciva il primo numero della Civetta. Nel festeggiare, con legittima soddisfazione, questo decimo compleanno, vogliamo avviare una riflessione su come è cambiata la nostra realtà locale negli ultimi dieci anni e quali prospettive si preparano per il futuro. La Civetta è nata, come scrivevamo nel primo numero di dieci anni fa, partendo da alcune considerazioni critiche sul nostro sistema di vita “sempre più frenetico e alienante”, sui modelli di comportamento che, “sotto la spinta di un’overdose di televisione e di pubblicità, seguono il mito del denaro, del successo e del consumismo esasperato”, sulle profonde ingiustizie e sul gravissimo degrado ambientale che questo sistema economico provoca, sia a livello locale che su scala globale. Uno degli argomenti che, come Civetta, abbiamo fin dall’inizio affrontato, con maggiore intensità e convinzione, riguarda appunto la difesa dell’ambiente – soprattutto del nostro stupendo patrimonio collinare – e, più in generale, le politiche di gestione del territorio, di cui la difesa dell’ambiente dovrebbe essere una delle componenti più qualificanti. Purtroppo il bilancio ambientale di questi ultimi dieci anni, come chiunque può verificare, è terribilmente negativo e ancora più cupe sono le prospettive per i prossimi anni. Il territorio, per molti, è ancora uno spazio bianco su cui poter tracciare, in modo disinvolto, linee e perimetri che diventano spesso elementi di devastazione ambientale. Dalle bretelle autostradali alla Tav, dai campi di golf alle varianti industriali disseminate senza alcun criterio su tutto il territorio, dagli sbancamenti selvaggi alle recinzioni che chiudono i sentieri e privatizzano le colline, il nostro territorio è colpito da una malattia che ancora oggi, nonostante i disastri compiuti, è largamente diffusa tra i politici e gli amministratori: lo “sviluppismo”. Nel nome dello “sviluppo” stiamo distruggendo la fonte della nostra vita. Ora il comune di Castiglione delle Stiviere sta predisponendo il nuovo strumento urbanistico, il PGT (Piano di governo del territorio), che sostituirà il vecchio PRG. Ma chi discute? E di cosa si discute? In una lettera alla Gazzetta il sindaco ha dichiarato che sono i partiti della maggioranza a discutere e che in quella sede sono già stati decisi gli indirizzi politici del PGT. In sostanza, ha precisato il sindaco, c’è una linea di continuità con gli ultimi provvedimenti urbanistici. Le polemiche interne alla maggioranza, finite anche sulla stampa, e le risposte generiche date all’ultimo consiglio comunale ci fanno dubitare che la situazione sia così tranquilla. Ma se passa la linea del sindaco c’è poco da stare allegri: anziché procedere con un dibattito serio, come mi pare sarebbe necessario, sul futuro di Castiglione, “i partiti di maggioranza hanno già deciso”, e avanti come prima. Complimenti! D’altra parte, in provincia di Mantova è appena nato un nuovo soggetto politico che, in nome dello “sviluppo ecosostenibile”, rivendica la realizzazione di grandi infrastrutture (in primo luogo Tibre e Mantova-Cremona), e che ha, tra i suoi principali promotori, due amministratori (il sindaco di Monzambano e un assessore di Solferino) che il territorio sono abituati a coprirlo di cemento. No comment.