CASTIGLIONE: UN UOMO SOLO AL COMANDO
SOLO CON UN CANE

di Claudio Morselli

L’uomo da battere è lui, Fabrizio Paganella, Sindaco uscente eletto al primo turno, nel 2002, con il 50,85% dei voti. Riconfermato in extremis come candidato Sindaco, senza entusiasmi, con molte riserve e con la contrarietà di una parte consistente dell’alleanza politica che lo sostiene, Fabrizio Paganella non naviga certo col vento in poppa, come nelle precedenti elezioni. Nonostante i pronunciamenti di rito e le difese d’ufficio, il suo isolamento politico è palpabile; sulla stampa è praticamente l’unico che interviene in difesa del proprio operato e a polemizzare con gli avversari. Uno dei pochi (l’unico?) che ha sostenuto fino in fondo, e in modo perentorio, la sua ricandidatura è invece un certo Franco Nodari, noto coordinatore locale di Forza Italia nonché ancor più noto titolare di Ecoenergy (ex Castiglione Rifiuti), gratificato dal Sindaco Paganella con la rinuncia, da parte del Comune, alla delocalizzazione dell’azienda, nonostante le solenni promesse fatte ai cittadini, che dovrebbero quanto meno ricambiare la cortesia non votandolo alle elezioni. In un pieghevole elettorale il Sindaco uscente è ripreso, sintomaticamente, solo con un cane, offrendo una rappresentazione significativamente simbolica del proprio isolamento politico. È stata una campagna elettorale stanca, scialba e senza entusiasmi, dove ha prevalso la genericità e, spesso, la ripetitività degli impegni elettorali, una sorta di “lista della spesa”, senza un progetto, senza un’idea di futuro per Castiglione, una campagna elettorale abbastanza in linea con lo stato comatoso in cui versa la politica castiglionese. L’unico che ha cercato di impostare un ragionamento di carattere più generale, e di prospettiva, è stato Massimo Mergoni, candidato Sindaco della lista Castiglione Migliore (Prc, Pdci, Verdi). Ciò che rammarica è che, di fronte alla pochezza e al discredito del centrodestra castiglionese, anziché tenere unito il centrosinistra, un pezzo dell’Unione – Ds, Margherita e Sdi – abbia preferito andarsene per proprio conto dando vita a un “progetto civico” ambiguo e senza identità, fondato sulla discriminazione a sinistra e dalla cui gestione traspare un atteggiamento di autosufficienza che rischia di riconsegnare al Sindaco uscente il governo della città. Di fronte a questa scelta unilaterale, che ha spaccato l’Unione, alla sinistra è mancato invece il coraggio di perseguire la costruzione di un progetto alternativo e competitivo che poteva coinvolgere tutte le componenti del centrosinistra che allora non si riconoscevano nel progetto civico: dall’Udeur a Rifondazione, passando attraverso l’Italia dei Valori, la sinistra Ds e i movimenti presenti sul territorio, tra cui lo stesso Comitato di Salvaguardia. A questo punto mi sembra evidente che, per vincere, Innocente Sereni deve costruire le condizioni affinché, in caso di ballottaggio, si realizzi ciò che si doveva fare sin dall’inizio: l’unità di tutte le forze di opposizione all’amministrazione Paganella, sulla base di accordi chiari e contenuti condivisi. Date le premesse, è una strada ardua e difficile da percorrere, ma non ce ne sono altre.