GHEDI E DINTORNI
INIZIATIVE PER LA PACE E IL DISARMO
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. - (dall’art. 11 della Costituzione italiana)
Preoccupazione, stupore e incredulità. Sono queste le principali reazioni dei lettori della Civetta di fronte alla pubblicazione, nei numeri di febbraio e marzo, degli articoli sugli ordigni nucleari presenti alla base militare di Ghedi. Purtroppo questa è la realtà. Dopo oltre sessant’anni dalla fine della seconda guerra mondale e a diciott’anni dalla caduta del muro di Berlino, sul territorio italiano ci sono ancora bombe atomiche americane, in violazione del dettato costituzionale e del trattato di non proliferazione nucleare sottoscritto dall’Italia. La presenza di queste bombe non ha niente a che vedere con la difesa del nostro paese, non ha alcuna legittimazione e rappresenta una pericolosa interferenza nei confronti della volontà di pace del popolo italiano.
Il ministro degli Esteri D’Alema, inaugurando proprio in questi giorni l’aeroporto civile intestato a Pio La Torre, ucciso dalla mafia venticinque anni fa, ha elogiato il pacifismo del dirigente comunista e la sua battaglia alla testa di un vasto movimento che, negli anni ’80, si opponeva all’installazione di 112 batterie di missili a testata nucleare Cruise. Alla fine quel movimento ha vinto, ora al posto della base missilistica e delle bombe nucleari c’è un aeroporto civile e la vittoria di quel movimento rappresenta un esempio per Ghedi e per Aviano, che sono accomunati dalla presenza di alcune decine di ordigni nucleari. Ma D’Alema non si è limitato a ricordare i meriti di Pio La Torre: ha sostenuto che “la pace è una delle ragion d’essere del Partito Democratico” e ha rilanciato il tema del disarmo “che si è fermato dopo la guerra fredda” e “che deve tornare al centro degli impegni internazionali”. Bene, benissimo. Ma c’è un piccolo particolare. Massimo D’Alema non è un personaggio politico qualsiasi e non è un parlamentare dell’opposizione; è il presidente del maggior partito di maggioranza ed è al governo, con la responsabilità di vice premier e di ministro degli Esteri. Potrebbe, quindi, dare seguito tranquillamente ai suoi auspici cominciando a fare qualcosa di concreto per la pace e il disarmo, magari riducendo le spese militari, che con l’ultima finanziaria – piena di tagli in tutte le altre voci di spesa – hanno invece avuto il vergognoso privilegio di essere aumentate del 13 per cento, oppure ritirando le nostre truppe dall’Afghanistan e sfrattando le bombe atomiche da Ghedi ed Aviano. Nel frattempo potrebbe riconoscere di aver sbagliato quando, nel marzo del 1999, accettò – ed era Presidente del Consiglio – di partecipare alla guerra “umanitaria” in Kosovo con un’offensiva aerea che, per 78 giorni, vide gli F16 levarsi da Aviano per bombardare le popolazioni jugoslave.
Proprio come ci ha insegnato Pio La Torre, condizioni più avanzate sulla via della pace e per contrastare la guerra globale si possono ottenere con un movimento di popolo e della società civile. Estremamente positiva, quindi, è la costituzione del Comitato “Via le atomiche” di Ghedi, che ha già raccolto più di 180 adesioni e che ha cominciato ad agire per sensibilizzare la popolazione e coinvolgere gli enti locali, mantenendosi in contatto con l’analogo comitato di Aviano e con il “No-Dal Molin” di Vicenza. Il Comitato di Ghedi ha deciso, inoltre, di collocare la propria iniziativa in un quadro più generale di mobilitazione contro la guerra e per il disarmo, aderendo al Coordinamento Nazionale “Fermiamo chi scherza col fuoco atomico”, che si è costituito l’anno scorso per iniziativa di Alex Zanotelli, Vittorio Agnoletto, Luisa Morgantini, Mao Valpiana e tanti altri, e che sta predisponendo una proposta di legge popolare per il disarmo nucleare, su cui iniziare da settembre la raccolta di firme in tutto il paese. Nel frattempo, per il prossimo 23 maggio, il Comitato sta organizzando una tappa, a Ghedi, di una delle tre Carovane per la Pace e il Disarmo che coinvolgeranno tutte le principali basi militari italiane e che si concluderanno a Roma il 2 giugno. Da segnalare, infine, due iniziative. La prima è una raccolta di firme su una petizione popolare contro l’accordo Usa-Italia per un nuovo “scudo missilistico”, che pone l’Italia in un sistema militare le cui finalità non sono difensive ma offensive e che si inserisce in un contesto già inquietante di militarizzazione dei nostri territori. La seconda è una petizione al governo italiano “Per un’Italia libera dalle armi nucleari”, di cui pubblichiamo il testo qui sotto.
Info e adesioni:
Comitato “Via le atomiche” di Ghedi:
sauro@bresciascuola.it.
milena.lombardi@tele2.it
Petizione contro lo scudo missilistico:
www.disarmiamoli.org
Petizione “Per un’Italia libera dalle armi nucleari”:
www.partitoumanista.it/petizioni/petizione.php?id=1
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