NEL MONDO DEL LAVORO
CRESCE SOFFERENZA E DISAGIO


Sul continuo sbandieramento della competitività del mondo del lavoro, negli ultimi anni si continua a pressare psicologicamente sul lavoratore, e non è detto che tutti riescano a sostenere tale pressione. Sostanzialmente si è in una vera emergenza psicologica: orari di lavoro stressanti, continui richiami che di logico non hanno niente al di là di un risultato fine a se stesso di guadagno. Tuttora un costo anche la salute psichica delle persone, non per niente il ricorso a psico- farmaci negli ultimi 10 anni è cresciuto. La caduta in verticale e la sofferenza e il disagio lavorativo è dovuto anche alla mancanza di democrazia nei posti di lavoro, anzi c’è una gerarchia autoritaria dovuta dalla divisione in orizzontale dei lavoratori, vuoi il lavoro precario, vuoi che ci sia arrivismo, vuoi che ci sia individualismo o protagonismo, il fine è a se stesso con una crescente sofferenza dell’individuo. Bisogna ricorrere ai ripari prima che sia tardi e questo compito spetta prima di tutto alle parti sociali, che democraticamente devono indire una campagna sui posti di lavoro, per individuare se ai posti di comando ci sono persone adatte per il posto che occupano. Il principio è sbagliato sul nascere di scegliere le persone da mettere alla gestione di un gruppo di lavoratori, perché non si guarda se una persona ha le caratteristiche democratiche di svolgere un compito di gestione così delicato, ma si sceglie le persone meno adatte per imporre loro e a loro volta al personale dipendente le ferree leggi di mercato. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, nessuno puo dire che svolge il proprio lavoro con serenità.

Dino Rodriguez


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