CASTIGLIONE
GUARDANDO AL FUTURO
Su questo numero della Civetta riprendiamo l’analisi del voto alle elezioni comunali di Castiglione che, per evidenti motivi di tempo, non abbiamo potuto approfondire con il numero scorso. Oltre al mio omonimo, e non parente – Luca Morselli – che firma il commento di pagina 4, ci sono le interviste al Sindaco Paganella, a Massimo Mergoni e Giovanni Saviola, e c’è l’articolo di Luca Cremonesi a pagina 14. Avremmo voluto sentire tutti e quattro i candidati sindaci, ma al momento non è stato possibile, per cui non consideriamo chiuso l’argomento, sul quale ritorneremo, con altri interventi, con il prossimo numero di settembre. Vorremmo però non fermarci lì e dare continuità a un dibattito che, ce lo auguriamo, possa uscire dalle stanze del potere e della politica, per coinvolgere direttamente i cittadini. Sarebbe importante se, nel nostro piccolo, potessimo dare un contributo alla costruzione di una prospettiva di futuro e di qualità della vita che, allo stato delle cose, risulta essere sempre più pesantemente compromessa. La devastazione ambientale del pianeta e gli sconvolgimenti climatici di cui cominciamo ora a vedere gli effetti, così come le scandalose condizioni di miseria di gran parte della popolazione mondiale a cui si contrappone una concentrazione smisurata e altrettanto scandalosa della ricchezza, dovrebbero spingere ogni realtà istituzionale e ogni comunità locale, anche la più piccola, a una riflessione profonda sulle condizioni che ci possono consentire di avere capacità di futuro. Non perché a Castiglione si decidono i destini del mondo, ma perché, di fronte all’ottusità della politica e allo strapotere delle grandi multinazionali, che dominano il mondo avendo il proprio tornaconto economico come unico punto di riferimento, l’iniziativa dei cittadini, con la modifica dei propri stili di vita, e quella istituzionale degli enti locali, che possono far valere il loro legame con il territorio, sono in grado di concorrere alla realizzazione di obiettivi di salvaguardia ambientale e di giustizia sociale. Ciò non può prescindere però, a mio giudizio, dalla presa d’atto del fallimento del progetto della modernità e, come ci ricorda Bauman, dei contenuti distruttivi della modernizzazione, alla quale invece in troppi, sia a destra che a sinistra, si aggrappano, purtroppo, ancora oggi, nella disperata illusione di poter salvare un modello di società che, invece, non ha futuro. Ma di futuro, a Castiglione, non se ne parla. Non se n’è parlato negli ultimi cinque anni (per non andare troppo indietro nel tempo), non se n’è parlato in campagna elettorale e, molto difficilmente, questa maggioranza del 61 per cento avrà voglia e, soprattutto, sarà in grado, di parlarne nei prossimi cinque anni. Non è che all’interno del centrodestra, e soprattutto tra i suoi elettori, non ci sia chi si pone il problema delle compatibilità ambientali e sociali di questo nostro modello di società. Il punto dolente sta nel fatto che la vittoria del centrodestra è stata costruita prevalentemente sulla base di un sistema di potere che rende difficile il confronto politico, perché è un sistema che prescinde dalla politica e che sta in piedi – e questo è il suo punto debole – finché è garantito l’equilibrio tra le sue varie componenti. Non è un caso, ad esempio, che il consigliere comunale più votato non sia entrato in giunta: perché avrebbe dovuto dimettersi e fare posto a un consigliere, la cui presenza avrebbe rotto questo equilibrio. Lo stesso dicasi per l’ex assessore Guido Zaglio, non riconfermato in giunta perché, dimettendosi da consigliere, avrebbe consentito l’ingresso in consiglio di un “dissidente” della Lega. Arrivato in campagna elettorale profondamente diviso, con il sindaco uscente riconfermato all’ultimo momento, il centrodestra è riuscito a ricompattarsi giocandosi alle elezioni il grado di rappresentatività delle sue varie componenti. Com’è noto, la parte del leone l’ha fatta Forza Italia, la quale, pur tra mugugni e malumori, ha ora il compito di garantire l’equilibrio e la continuità dell’alleanza. Vedremo se, dall’altra parte, il centrosinistra riuscirà a recuperare la propria unità, lavorando con “buon senso”, come sostiene Mergoni, e con il “coinvolgimento dei cittadini”, come si prefigge Saviola.
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