CHE ORE SONO?

di Giorgio Alemanni

I MISTERI DI CASTIGLIONE

Nella Preistoria i nostri “concittadini”, non certo cavernicoli, ma senz’altro palafitticoli, conteggiavano il trascorrere del tempo più di notte che di giorno. Gli astri, le stelle e ancor più la Luna lo scandivano con precisione. Anno dopo anno, la nostra Città, allora solo un Castrum romano, iniziò ad essere informata delle ore che scorrevano nella clessidra, dal vigiliare(1). Anche questo durante la notte, il periodo da sempre più pericoloso della giornata. Durante il giorno si continuava a barcollare, inversamente, nel buio. Solo tre momenti potevano essere recepiti da tutti; questa volta era il Sole ad indicarli: l’alba, il tramonto e il mezzodì per via dello Zenit, quando la nostra persona non fa ombra sul suolo. In seguito vi furono le campane delle chiese a gestire la vita giornaliera dei fedeli e non. Oltre a battere le ore informavano, avvertivano, svegliavano e indicavano a che ora bisognava coricarsi. Qualcuno inventò il meccanismo per conteggiare ore e minuti e sui campanili sotto le campane apparvero grandi quadranti con lancia e lancetta. Finalmente si poteva sapere anche quando era ora di smettere di lavorare! A proposito di orologi Castiglione ne ha uno unico, quasi “tascabile”, visibile nel Museo Aloisiano.
Era il dono del Duca di Mantova a Marta Tana per la nascita del primogenito di Ferrante, Luigi il Santo. Oggi tutti posseggono almeno un orologio e nessuno ha più l’esigenza di chiedere l’ora al prossimo. Abbiamo perso un’altra occasione per comunicare e per conoscerci meglio. Sulla piazza che tutti ha visto arrivare e che tutti vedrà partire vi è un Gnomone(2), non un grande gnomo, ma forse un piccolo folletto sì. Quando c’è il Sole ti parla e quando non c’è fa finta di niente. È la stecca ferrea di un orologio solare, una meridiana di cui non mi ero mai accorto. Lo stress della vita moderna ci porta, purtroppo, più a guardare dove camminiamo che ad osservare ciò che ci circonda. Quante volte sono passato di lì e quante volte ho rimirato il Duomo e i Disciplini, lo Gnomone mi guardava ed io non lo vedevo! Proprio tra le due costruzioni vi sono due grandi quadranti bianchi e in quello di destra vi è “Lui” che con la sua ombra ci indica l’ora. È stato Angelo Piceni a farmelo notare e a tenermi una lezione sulle meridiane. Lui che di bestie se ne intende, oltre che curarle le erudisce e io sono una di quelle. Grazie Angelo.

note
1 Il vigiliare era la sentinella notturna che al momento di prendere il cambio segnalava la vigilia, I, II…
2 È un’asta verticale infissa nel terreno che nell’antichità serviva per determinare l’ora mediante l’ombra proiettata. Quando l’ombra coincideva con la linea meridiana passante per il piede dell’asta l’ora segnata era il mezzogiorno vero. Per gnomone si intende anche, in generale, lo stilo di un orologio solare, che non è necessariamente verticale.


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