MONZAMBANO
QUANDO LA STALLA DIVENTA ECOMOSTRO

di Marzia Sandri

La si può “ammirare” provenendo da Monzambano verso Castellaro ma anche mentre si percorre la provinciale cha da Pozzolengo conduce verso Volta Mantovana. È lì, bella imponente, che domina, dal colmo della collina che si alza proprio di fronte all’entrata del borgo di Castellaro Lagusello (non dimentichiamolo: uno dei borghi più belli d’Italia!), la campagna d’intorno. Non stiamo parlando di un’opera d’arte, né di una raffinata espressione architettonica o monumentale, ma della nuova stalla che nelle scorse settimane, con il benestare degli esperti ambientali dell’ufficio tecnico del Comune di Monzambano e con il silenzio-assenso della Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici, è stata realizzata nelle vicinanze dell’antica frazione medievale. La concessione edilizia parla, infatti, proprio di “nuova stalla per bovini, vasche liquami, trincea per silos mais e deposito attrezzi” ma per tutti quelli a cui capita di alzare appena lo sguardo dalla strada appare, molto più semplicemente, come uno scempio edilizio, uno sfregio intollerabile su un territorio tutelato sulla carta, ma – evidentemente – non nelle intenzioni di chi, lo stesso territorio, si trova ad amministrarlo. “Una vergogna per il nostro paese – ha tuonato Emilio Crosato, ispettore onorario per il paesaggio e presidente dell’Associazione Amici di Castellaro – un segno di insensibilità da parte di coloro che l’hanno progettata e di chi l’ha autorizzata. Mai a nessuno era venuto in mente prima di costruire una stalla sulla cima di una collina in una posizione che la rende visibile da ogni parte”. Ma a rendere più paradossale la vicenda, già di per sé sconcertante dato che va a compromettere proprio l’area circostante l’antica frazione del comune mantovano il cui valore e pregio tanto sono decantati dall’amministrazione quando questo sembra convenirle, ma che pare dimenticarsene subito dopo, non appena si tratta di fare, magari, delle scelte impopolari, è il fatto che il progettista dell’“ecomostro” è addirittura lo stesso assessore all’ambiente e all’ecologia del Comune. E non basta appellarsi al fatto che al proprietario della nuova stalla era stato in passato negato il permesso di realizzare la costruzione in un’area più nascosta ma compresa nella Riserva di Castellaro, perché, con un po’ di buona volontà, forse qualche alternativa si poteva trovare. “Mi risulta – ha aggiunto, infatti, Crosato – che il titolare possieda dei terreni anche nella valle del Redone, in posizione molto meno esposta. E comunque, si poteva almeno decidere di utilizzare una tipologia di costruzione e dei materiali meno impattanti sull’ambiente”. Ma anche questi argomenti, messi sul tavolo dell’ufficio tecnico comunale con una richiesta di sospensione dei lavori, sono rimasti lettera morta. Così, ad essere chiamato in causa è ora nientemeno che il Ministro Francesco Rutelli cui i Senatori verdi Anna Donati e Gianpaolo Silvestri hanno presentato un’interrogazione di denuncia in Parlamento chiedendo il suo intervento. Intanto, però, la stalla è ormai quasi completata.


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