INTERVISTA A GIOVANNI SAVIOLA

di Luca Morselli

Di fronte alla vittoria schiacciante di Paganella, ritiene siano stati commessi degli errori, e quali, nella condotta politica del centrosinistra e della sua lista?
Devo confessare che al di là della grande delusione sugli esiti delle urne cittadine, per riuscire a leggere le ragioni di una così sonora bocciatura ho impiegato parecchio tempo. Per quanto mi riguarda, mi sono fatto un’idea piuttosto articolata sugli elementi che hanno concorso a questo esito mentre nel Partito, come è nostro costume, abbiamo avviato una riflessione profonda in un dibattito che ci porterà ad individuare a breve un nuovo gruppo dirigente che condurrà il partito nella fase costituente del Partito Democratico anche nella nostra città. Avevamo proposto agli elettori uno schema secondo il quale l’alternativa all’amministrazione Paganella passava dall’individuazione di modalità più democratiche e partecipative alle scelte cittadine, in cui la trasparenza degli atti amministrativi diventasse sostanziale in una pratica di confronto continuo e costante con le categorie, le associazioni, i quartieri. La maggior parte dei cittadini ha invece risposto che queste cose sono fumose ed inconsistenti, di fronte ad una pratica collaudata ed efficientissima di clientelismo sotto l’egida dei tre o quattro sponsor del potere politico-economico locale. Può darsi che la formula civica sia stata di intralcio nella percezione di una chiara alternativa e che di contro non siamo riusciti a comunicare il senso di una iniziativa che intendeva superare gli steccati di appartenenza secondo un distinguo di base: “governo democratico della cosa pubblica contro gestione dei favori privati”, rimettendo in gioco equilibri che vorrebbero condannare Castiglione al conservatorismo perpetuo. Sereni rappresentava una candidatura forte in questo contesto; cinque anni opposizione condivisa, onestà, capacità di ascolto, conoscenza dei problemi e competenza amministrativa per affrontarli. Questa operazione è riuscita in misura modesta nonostante la discreta performance di “ Moderati al Centro” perché, di contro, Castiglione Democratica e Socialisti Ambientalisti non hanno retto il consenso sperato. Non meglio mi pare sia andata a Castiglione Migliore. L’andamento generale, particolarmente severo, con il centrosinistra in tutto il nord in questa consultazione amministrativa, non risparmia i comuni in cui l’Unione si presentava compatta e ci riconsegna, nei numeri e per intero, il compito di ricostruire un rapporto positivo con un elettorato rassegnato che non abbiamo saputo capire ne conquistare ad un’idea di progresso civile costruito attraverso la partecipazione.

Quali sono le priorità sulle quali intende operare, a Castiglione, per prossimi cinque anni?
Come consigliere assieme agli eletti di Castiglione Democratica, Padovan e Tiana e con gli altri dell’opposizione, mi prefiggo di costruire un legame più forte tra temi amministrativi e cittadini, con iniziative orientate all’informazione puntuale delle questioni all’ordine del giorno: un’iniziativa politica con il conforto delle organizzazioni politiche e sociali per recuperare un forte radicamento nel quotidiano dei cittadini -opposto a quello del gruppo che con il Paganella 2 ha consolidato il suo potere- alternativo nel metodo e nelle finalità. Per far questo sarà importante valorizzare l’importante patrimonio di relazioni e collaborazioni che la campagna elettorale ci ha consentito di sviluppare; dalle liste e dalle iniziative correlate alla campagna elettorale emerge talvolta qualche preziosa disponibilità a mettersi in gioco e contare. I temi saranno quelli del nostro programma: sviluppo economico compatibile, promozione sociale ed integrazione, tutela ambientale e qualità urbanistica.

Dopo la frattura della campagna elettorale, è possibile, e a quali condizioni, recuperare l’unità del centrosinistra?
Spero che su questi temi si possa trovare la convergenza e la concreta disponibilità a darsi da fare, da parte di tutti coloro che avvertono l’attuale situazione politica e amministrativa come profondamente inadeguata e forse anche pericolosa per la tenuta democratica della città. Se di questo si tratta, di costruire alternative possibili e qualitative, la mia personale disponibilità continuerà ad essere totale a sinistra quanto a destra; tra i lavoratori precari come tra i professionisti e gli imprenditori. Ora che non sono più segretario cittadino dei DS mi sento ancor meno che in passato vincolato a solidarietà di facciata e pretese alleanze obbligatorie con interlocutori che al pari di certi funghi fanno capolino dal sottobosco ogni 5 anni in prossimità delle elezioni, per poi sparire immediatamente dopo per altri cinque.


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