TELMO PIEVANI: CREAZIONE SENZA DIO
L’autore, Telmo Pievani, s’inserisce nel recente dibattito che ancora, nonostante tutto, divide gli evoluzionisti dagli oppositori della teoria di Darwin. I sostenitori del creazionismo, pochi, grotteschi ma determinati, leggendo articoli apparsi su certa stampa, potrebbero apparire simili (con le dovute differenze) ai negazionisti dell’Olocausto: avversari di prove e fatti incontrovertibili, in nome di un’ideologia screditata, ma utili per altri scopi. Per contestare la teoria dell’evoluzione questi (ab)usano di strumenti propri della scienza. Interpretare discussioni all’interno della comunità dei biologi accreditati come contraddizioni ed enfatizzare le caricature di alcuni aspetti della teoria fa parte della strategia di chi sostiene il cosiddetto “disegno intelligente”, ID nell’acronimo inglese. In realtà l’ID come ipotesi alternativa non ha ottenuto finora alcun risultato scientifico, e questa è la misura evidente della sua scarsa validità. Stupisce che la teoria dell’evoluzione dia fastidio a tanti, a differenza, per esempio, della teoria quantistica, anch’essa con numerosi problemi ancora aperti, ma accettata da tutta la comunità dei fisici. L’autore sostiene che la non presenza di enti superiori non preclude lo studio della natura e dell’antropologia, ma afferma la possibilità dell’esistenza di un’etica finalmente senza Dio. Uno dei problemi è che l’evoluzionismo è attaccato da specialisti di altre discipline i quali purtroppo spesso discettano su ciò che ignorano e passano allegramente dalle inevitabili difficoltà di una costruzione scientifica, che ha un’immensa capacità di spiegare la natura, alla necessità di sostituirla con una dottrina teologica, un vero salto all’indietro, oppure, nel nome della libertà della ricerca, propongono di insegnare l’ID come una teoria alternativa, pur non avendo questa alcun titolo. Il messaggio fortissimo che l’evoluzionismo ci ha trasmesso è che non c’è più bisogno di alcuna trascendenza per spiegare la natura umana, anche se non la si esclude a priori. Bisogna però evitare di associare implicazioni sociali, morali politiche a una teoria scientifica, Darwin ci spiega come le specie evolvono e non se Dio esiste, se è giusto o sbagliato abortire o la bontà del colonialismo. Non facciamo derivare dal darwinismo tutto e il contrario di tutto, non nel XXI secolo almeno. Pievani non nega che la teoria dell’evoluzione non possa essere messa in discussione, ma questo deve avvenire solo con strumenti che siano scientifici. L’ID vuole che tutto sia ammesso nel novero della scienza affinché nulla sia scienza e questa sia magari posta sotto la tutela di un’autorità superiore, come alcuni alti prelati, anche nostrani, hanno suggerito. I neocreazionisti, in tutte le loro declinazioni, non riescono a distinguere il “progetto intelligente” da un “progetto naturale” di un organismo, confondono la teleologia (l’assunto che la natura abbia uno scopo, magari divino) con la teleonomia (trasmettere fra generazioni l’invarianza propria della specie). Il piccolo volume (Creazione senza Dio, Einaudi) è una lettura non immediata, ma utile per rendersi conto di come la libertà di pensiero scientifico non debba subire complessi di sudditanza nei confronti dei saperi religiosi e della loro forte base dogmatica.
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