CASTEL GOFFREDO: LO SCRIGNO DEI VENTI

di Damiano Cason

La Pro Loco di Castel Goffredo ha presentato a luglio una pubblicazione grafica di ottima rilevanza stilistica, “Lo scrigno dei venti”. Già il gioco di parole del nome è azzeccato: “venti” sono le schede contenute all’interno della custodia in cartoncino, la cui apertura ricorda in effetti quella di uno scrigno. Ogni scheda è apribile come se fosse una cartina, il booklet di un compact disc o un poster pieghevole, a seconda delle esigenze dei contenuti. La prima, come da introduzione, riproduce da un lato il territorio comunale di Castel Goffredo dall’alto, mettendo in evidenza le varie località e frazioni, i nomi dei corsi d’acqua e i luoghi più importanti; dall’altro lato, invece, troviamo la piantina del centro storico, anch’essa numerata con i palazzi storici e i punti di riferimento. Le altre schede presentano ognuna un tema ben preciso riguardante la città o la campagna; la scheda numero 2, ad esempio, si intitola Alla scoperta dei Fontanili (risorgive di acqua piovana), vanto storico di Castel Goffredo, spiegandone l’utilità con illustrazioni e didascalie. La scheda numero 6 è una sezione dedicata ai piatti tipici, tra i quali il famoso Tortello Amaro. Due schede sono riservate all’arte sacra (una per il centro e una per la campagna) e un’altra all’arte profana. Luci e calze da sogno approfondisce i punti forti dell’industria castellana, appunto quella tessile e quella dei faretti. Il titolo che però non poteva non colpirmi è “La città multietnica”, scheda numero 12. Essendo un’opera di valorizzazione del territorio, ovviamente non vengono toccati tasti caldi, le didascalie si limitano a citare percentuali e aree d’immigrazione; si continua, poi, dicendo che il mondo del lavoro castellano ha contato molto sugli immigrati (verissimo). Ma la conclusione è: “Rimane difficile il problema dell’alloggio e quello dell’integrazione con gli italiani” con i quali i contatti avvengono prevalentemente sul lavoro. Tuttavia è possibile dire che la convivenza a Castel Goffredo, grazie anche al carattere tollerante e generoso degli abitanti, è positiva e proficua: “la multiculturalità è una delle grandi ricchezze del nostro paese”. Questa ultima parte mi lascia qualche dubbio; la seconda frase nega la prima: come è possibile considerare la multiculturalità una ricchezza ammettendo che l’integrazione con gli italiani (cioè la cultura dominante) sia un problema? Spenderei due parole anche sul presunto “carattere tollerante” degli abitanti: non v’è dubbio che a Castel Goffredo non esistano dei Borghezio che diano fuoco alle abitazioni, ma, per esperienza personale, posso citare: gestori di locali che trattano male di proposito gli immigrati per evitare che tornino, commenti fatti sottovoce ma non troppo, svastiche sui muri, giovani che circolano con stemmi fascisti, persone che evitano di passare da posti frequentati o abitati da stranieri, e, guarda caso, ordinanze leghiste che vietano l’ingresso nel territorio alle carovane dei rom. Posso solo sperare che questa non sia opera della “maggior parte” della popolazione. Chiusa parentesi. Resta intatto il buonissimo lavoro della Pro Loco che riesce con un ottimo stile a racchiudere nello “scrigno” i punti focali di Castel Goffredo. La Pro Loco inoltre si è impegnata con le scuole del territorio nel rendere disponibile il progetto per eventuali lavori in classe all’ottimo prezzo di 1 euro per ogni bambino. Il pubblico, invece, può acquistare “Lo scrigno dei venti” al prezzo di 5 euro presso la Bancarella del Libro (via Mantova 1, aperta dal Lunedì al Sabato dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19) e durante gli eventi Pro Loco.


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