INTERVISTA AD ALESSANDRO NOVELLINI ASSESSORE ALLA FAMIGLIA, POLITICHE SOCIALI E GIOVANILI
Vorremmo affrontare in questa sede, con Lei, il tema della povertà a Castiglione. Quante e quali fasce riguarda e le politiche che gli enti comunali e l’amministrazione hanno messo in atto per combatterla. Innanzitutto, cosa si intende per povertà?
La povertà viene sempre vista “negativamente”, cioè solo come mancanza di qualcosa, come le minime risorse per vivere. Diventa così una povertà orientata solo sul “disagio” che nasce da tale mancanza. Per noi, e quindi per la politica che il mio assessorato vuole impostare, il discorso su che cosa sia la povertà va allargato, ed arriva ad inquadrare una serie di bisogni più in senso lato. La politica sociale è orientata non sul risolvere solamente i motivi di “disagio”, ma anche e soprattutto a incentivare e ricercare fonti, diciamo così, di “agio”, al recupero della dignità della persona in tutti i suoi aspetti, cominciando dalla casa e dal lavoro. Una politica orientata verso il benessere delle persone, non che tamponi una tantum questa o quella specifica necessità, perché, così facendo, non si andrà mai a risolvere strutturalmente il problema. L’impostazione che hanno preso i servizi sociali è quella di accompagnamento e presa in carico, non di assistenzialismo. Abbiamo notato, infatti, che più il Comune eroga contributi e sempre più richieste arrivano. Si crea un passaparola collettivo, un’aspettativa da parte di chi necessita di aiuto che può portare solo al cortocircuito, all’esaurimento dei contributi a disposizione del Comune. Quello che cerchiamo e dobbiamo fare, per tentare di risolvere seriamente il problema, è fornire gli strumenti per autosostenersi, avviare il percorso di inserimento lavorativo, restituire dignità alla persona aiutandola a recuperare alloggio e lavoro.
Più nello specifico, quali sono i progetti e gli impegni dell’amministrazione per affrontare la questione?
Negli ultimi 5 anni la povertà a Castiglione è aumentata. Un dato che, da una parte rispecchia quello nazionale e, dall’altra, si spiega col fatto che il nostro paese non “attira” più come anni fa, per cui viene progressivamente ad aumentare la popolazione e a diminuire il lavoro a disposizione. Un dato emerso chiaramente in Comune, dove abbiamo assistito ad un’esplosione di richieste di aiuto per quanto riguarda il reddito e l’affitto e tante domande per gli alloggi popolari e di lavoro. In tale direzione intende per l’appunto operare l’amministrazione: con il nuovo PGT infatti il numero di alloggi costruiti secondo il target dell’edilizia popolare aumenterà considerevolmente. Inoltre, a brevissimo, il Comune aprirà uno “sportello di accompagnamento”, gestito dall’associazione A.M.A., che avrà compiti di sensibilizzare e sostenere chi rivolge domanda di assistenza al Comune. Un recupero della dignità della persona prima di tutto il resto, come dicevamo prima, permessa dagli operatori sociali che lavoreranno a tale sportello e che la Legge 23 mette l’amministrazione in condizione di fornire loro tutto ciò che serve per il recupero della persona. Un’altra cosa, per ora solo in fase di studio, è il mutuo a Garante Pubblico.
Ce lo spiega?
Lo stiamo ancora studiando, cercando di “copiarlo” dal Comune di Milano dove è già in funzione. In sostanza, quando un cittadino accende un mutuo con una banca, il Comune entra come “garante pubblico” e versa alla banca un surplus, pari all’1.75% della somma totale del mutuo. Con questa somma in più versata la banca stipulerà un’assicurazione con un soggetto terzo sul mutuo stesso, che le permette così di avere le garanzie necessarie per poterlo accendere. Il Comune che entra come garante può essere davvero una soluzione efficace: l’aspetto più radicale, più profondo e più emblematico delle nuove forme di povertà è l’indebitamento progressivo.
Infatti. Questa piaga sociale dei “prestiti veloci” che spuntano ovunque come la peste. Per poter comprare ogni cosa, ci si indebita, si “rateizza”, si accende un prestito e poi un altro per pagare quello precedente.
Esattamente. La ricchezza reale così sparisce, ci creano crediti puramente virtuali senza nessuna liquidità come sostegno, che porta, inevitabilmente, al collasso di tutti i fondi. Un esempio, in piccolo, di quanto è appena accaduto negli Stati Uniti, dove le banche hanno acceso per anni mutui senza nessuna garanzia. Le intenzioni e gli impegni dell’amministrazione in tal senso nascono proprio da tutte queste considerazioni.
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