QUANDO SI PENSA ALLE SCUOLE PER FARE CASE

di Andrea Bianchera

Le scuole di Solferino sono in pieno centro, a un centinaio di metri da piazza Marconi (quella della fontana), sulla via per Cavriana. Il complesso scolastico, per quanto abbia subito diverse ristrutturazioni, risente del peso degli anni e sconta una dislocazione poco felice. L’accesso è difficoltoso e nel cortile antistante non c’è spazio per la ricreazione, essendo utilizzato come parcheggio. Per questo le passate amministrazioni avevano cercato uno spazio sulla collina retrostante e previsto l’acquisizione dell’area limitrofa per dare sfogo alla struttura. L’attuale amministrazione comunale, dopo aver annunciato l’intenzione di costruire nuove scuole (fin qui niente di male) ha presentato un progetto fantasmagorico, non solo con edificio scolastico e palestra, ma con altre interessantissime (o interessatissime?) strutture accessorie, auditorium, ecc. Era previsto anche un parco dei cinque sensi, forse per consentire ai bambini confinati in qualcuno dei formicai che questa amministrazione ha promosso, di poter riconoscere il sapore dell’aria o il colore dell’acqua, evidentemente diversi nella nuova area (ai confini con l’area edificata ma vicino a porcilaie da riconvertire, tintorie e calzifici piccoli e grandi), rispetto a quelli che si possono rilevare nei bei parchi della Rocca e dell’Ossario, di proprietà di quei sovversivi della Società Solferino e S. Martino, col rischio concreto di inquinare i giovani virgulti con ideali diversi da quelli dominanti, del semplice profitto. Qualcuno, di fronte a tanto progetto, si era chiesto se il trasferimento fosse proprio indispensabile, se il posto scelto fosse il più idoneo e soprattutto quanto sarebbe costato e come sarebbe stato finanziato il grandioso progetto. Alla prima domanda l’Amministrazione comunale, mostrandosi lungimirante, aveva già provveduto prima ancora di annunciare il nuovo progetto, cambiando destinazione d’uso all’area adiacente alle vecchie scuole (che serviva al loro ampliamento), potendo così assicurare un intervento di privati (nomi e progettisti coinvolti li lasciamo a chi, invero con poca fantasia, conosce studi tecnici ed assessorati). Alla seconda l’amministrazione, con un colpo a sorpresa, dopo aver presentato alla cittadinanza, come specchietto per le allodole, il progetto dei sogni, ne approva in consiglio un altro più realistico che prevede, al posto del parco ed altre amenità, una serie di più lucrose abitazioni private, a far da ideale cornice alle nuove scuole che, diversamente, risulterebbero un po’ periferiche, rischiando di dare ragione a quanti ne preferivano eventualmente la costruzione in un posto più consono, ad esempio nell’area retrostante la casa di riposo e il centro anziani, con ideale e possibile collegamento nel verde con l’attuale area sportiva. E qui i soliti maligni cominciano a sospettare che forse l’originaria idea dell’amministrazione comunale non fosse tanto “interessata” alla costruzione delle scuole quanto ad altri obiettivi di speculazione edilizia. Ovviamente la spiegazione è già pronta: per finanziare la costruzione delle nuove scuole bisogna prima autorizzare le case, che si faranno subito. Se poi si potrà si faranno anche le scuole e in ogni caso c’è un’altra area appetibile (quella dove ci sono le attuali scuole) da vendere e far rendere. Così il cerchio si chiude, con buona pace di chi pensava che si trattasse solo della costruzione di un nuovo plesso scolastico, nell’interesse dei bambini di Solferino.


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