I MISTERI DI CASTIGLIONE
UNA PIAZZA MISTERIOSA (LA QUINTA)
In molte piazze d’Italia vi è una colonna e anche Castiglione ne ha una. Una volta, assieme alle altre colonne dei palazzi, le dava perfino il nome. La nostra ha alla sua sommità una statua raffigurante Ardea, Dike per i Greci, figlia di Zeus e di Temi, dea della giustizia. Molti ‘vecchi’ di Castiglione in quella statua vedono San Michele e così la chiamano, ma non è questo il mistero. Non è neppure un mistero chi sia stato a ‘restaurare’ la statua con i piatti della bilancia ormai bucati da secoli di pioggia. Né perché non sia posizionata nel mezzo della piazza. Era stata posta a guardia dei galeotti nelle carceri e a ricordare la giustizia ai rei che dalla gogna la vedevano; ora “protegge e dà consigli” a chi si è insediato proprio alle sue spalle, il Giudice di Pace, per l’appunto un uomo di giustizia. Il vero mistero sono le scalpellature alla base della colonna sopra gli alti gradini, ‘comodi’ divani per i castiglionesi della piazza. Si dice che a scalfire le iscrizioni della colonna furono gli spagnoli in quanto, a loro giudizio, riportavano frasi offensive e sacrileghe. Ma i Gonzaga erano stimatissimi dai re cattolici, specialmente dai re di Spagna. Ferrante, il padre di San Luigi, fu per lungo tempo ambasciatore del duca di Mantova alla corte di Madrid. Filippo II lo teneva in grande considerazione e fece in modo che al marchese di Castiglione fosse affidato il governatorato del Monferrato. Molte volte, nella lunga vita della nostra città, gli spagnoli furono presenti. A Santa Maria, per esempio, artigiani iberici costruirono una fornace che produceva mattoni, o meglio le formelle di colore giallastro che spesso si intravvedono tra i mattoni, i coppi e i ciottoli dei nostri muri. Non solo civili, ma anche soldati spagnoli furono più di una volta a Castiglione, ma con altri intenti e Ferdinando II se ne accorse. E come! Come sarà stato mai possibile che i Gonzaga così ‘amici’ dei cattolicissimi spagnoli abbiano scolpito frasi offensive? Tanto più che il motto impresso alla base dell’altro monumento della piazza è di tutt’altro tono.
Cosa mai ci sarà stato scritto?
IL MISTERO DELLA PORTA
Una volta c’era ed era aperta a ore stabilite ed ora c’è ma è chiusa. Mi è sempre piaciuto camminare e una volta correvo pure, così quando sono a Castiglione cerco il più possibile di spostarmi a piedi, deve essere un male di famiglia. Però non riesco a capire perché quando arrivo dopo il Famedio e vedo l’ospedale attraverso le sbarre del cancello debba fare ancora della strada, parte in salita, per arrivarvi. Non potevo invece, come si faceva una volta, passare di lì? La porta c’è e la salita pure (meno ripida) ed io con meno passi ero arrivato. Nossignore, va a finire che ci vado in auto! Oltre tutto devo transitare in un punto, penso tra i più inquinati al mondo: incrocio Zanardelli-Marta Tana. Passando così, con mio dispiacere, da inquinato ad inquinatore. Pensare che una volta Castiglione era rinomata per la sua aria fine. Ora di fine ci sono solo le polveri sottili. Molte volte mi sento dire “E ma tu stai a Milano, sei fortunato, lì ci sono i mezzi pubblici”. Sì! I mezzi ci sono ma mica mi portano sotto casa o in ufficio. Dall’uscita del metro a dove abito vi è tanta strada come da San Piero a Cavalieri, mentre la fermata più vicino all’ufficio vi dista quanto via Ordanino. Direte “Ma non in salita”, peccato che vi siano però due scale per arrivare in superficie. Così i conti tornano. Ma purtroppo a mio sfavore, io che dovevo essere ‘il fortunato’. Non so se ‘la bella idea’ di ringiovanire i mezzi pubblici avrà esito, anche se siamo ormai abituati a sentir parlare di investimenti senza avere ancora incassato i fondi necessari. E ancor più ‘bella’ cercar di far vendere più benzina, cioè far produrre più inquinamento per acquistare bus non inquinanti. Povero il mio Mago Zurlì.
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