GIAMPIETRO MORETTI PIETRAxPIETA
Storia con via d’uscita recita il sottotitolo dell’istallazione di Gianpietro Moretti (a Rezzato fino al 12 Giugno, via Industriale 5, T 0302594141) a cura di Lillo Marcianò. Per una volta voglio essere spudoratamente partigiano: quest’istallazione è un vero capolavoro e vi invito ad andare a vederla. Moretti tocca il marmo come pochi, ma di questo già si è parlato qualche mese fa… Moretti è un artigiano nel senso nobile (semmai ve ne fosse uno non-nobile…) del termine, ma di questo si è già detto… Forse, come scrive Marcianò, “le installazioni di Moretti sono immagini d’arte che assumono forme che danno l’impressione che non siano mai concluse, e il tempo ne faccia sempre parte”… forse, dicevo, di questo poco si è parlato. Se il tempo, come sostiene Agostino, è un’estensione dell’anima, allora nella spirale di Moretti c’è un tempo religioso, quasi messianico, che ci spinge al raccoglimento… Se il tempo, come affermano gli Stoici, è un accadere libero di cui dobbiamo essere degni, allora la spirale di Moretti è un accadere del tempo lento e inesorabile… Se il tempo, come afferma tra gli altri Einstein, è relativo, allora la spirale di Moretti è un buco-piega temporale, una sosta eterna nello spazio-tempo… Se il tempo, come sostiene Carmelo Bene, è un mancato presente sempre differito, allora la spirale di Moretti è la differenza pura che si trasforma in un tempo sempre mancato e sempre da venire… Se il tempo, come sostiene Bergson, è la durata, allora la spirale di Moretti è una delle migliori messe in pratica di questo concetto… Se il tempo, come afferma Deleuze, ha a che fare con la differenza e la ripetizione, allora la spirale di Moretti, ripetendo incessantemente passato, presente e futuro, è una macchina che continuamente produce differenza… Se il tempo, come affermano i cristiani, è tempo-opportuno, allora la spirale di Moretti è l’opportunità di guardare nel e al tempo con speranza di redenzione… Il risultato è che una via d’uscita al tempo – sembrerà strano e paradossale – c’è sempre. Ma dalla storia c’è via d’uscita? L’uomo è un animale storico, se non può cancellare ciò che è stato, deve tuttavia respingere le interferenze e proteggersi dalla malattia storica, impostando con il passato un rapporto vantaggioso per la vita. Ciò che non è storico assomiglia a un’atmosfera avvolgente, la sola dove la vita può generarsi, scrive Nietzsche. Solo, dunque, se si redimono i fatti vi si rende giustizia. Serve, così, perdonare, pietra per pietra. Saper dimenticare e sorridere pietra su pietra… così si costruisce una via d’uscita dalla spirale trita-tutto della storia.
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