L’OPERAIO E’ MOBILE
L’ultimo incontro fra i sindacati e la dirigenza Wella al Ministero per le Attività Produttive ha sancito l’avvio delle procedure di mobilità per i dipendenti castiglionesi. Tradotto, significa che gli operai della produzione sono a un passo dal licenziamento. La casa madre ha presentato tale decisione come inevitabile, viste le direttive della controllante Procter and Gamble.
P&G intende infatti levare le tende entro Marzo, e dato che i licenziamenti hanno determinati tempi tecnici è necessario avviare subito la mobilità per i dipendenti interessati. I sindacati non hanno però gradito l’iniziativa, e annunciano la ripresa delle ostilità durante il mese di Febbraio: “noi non siamo soddisfatti per niente - afferma Alfredo Papa, segretario Cgil di Castiglione - anche perché il ministero non si è imposto come durante i precedenti incontri, non ha fatto pressione sull’azienda. Inoltre in passato la dirigenza si era impegnata a non avviare le procedure di mobilità, ma stavolta l’hanno fatto, spiegando che ad Aprile non ci saranno più commesse provenienti dalla casa madre, e che di fatto i dipendenti sarebbero senza lavoro”. Una spiegazione paradossale, dato che le commesse arrivano dalla stessa azienda proprietaria del sito produttivo, che ha deciso, per una logica tutta interna alla multinazionale controllante, di spedire lo stabilimento nel sud della Francia. L’utilizzo della mobilità resta infatti anomalo, perché di norma viene utilizzato per le aziende in crisi. Secondo Papa, nella situazione di Wella Italia “una procedura corretta vedrebbe l’azienda ricorrere alla cassa integrazione straordinaria”. Tale soluzione non è però appetibile perché allungherebbe i tempi del trasferimento, e sarebbe comunque a carico dell’azienda.
La mobilità risulta invece più comoda, in quanto è l’INPS a corrispondere ai dipendenti un’indennità mensile, pari all’ottanta per cento del salario (durante il primo anno).
Di fatto, Wella Italia, in ottemperanza alle direttive impartite da Procter and Gamble, sta scaricando i costi del trasferimento sulla collettività.
Una scelta annunciata nella sede di un ministero. L’unica nota positiva che i sindacati registrano è l’impegno, da parte della casa madre Wella, di evitare se possibile i licenziamenti. Altra dichiarazione poco chiara: se è P&G che impone l’imminente trasferimento, non si vede quali siano i margini di manovra dei dirigenti di Wella Italia, esecutori di una politica decisa altrove. Nella speranza che emerga un acquirente valido, il sindacato punta quindi ad ottenere dal Ministero per le Attività Produttive un anno di Cassa integrazione straordinaria, che annullerebbe l’attuale mobilità. Per avanzare questa richiesta è però necessaria la presenza di un terzo soggetto, un investitore in grado di presentare un valido piano industriale.
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