PASSEGGIATA AL MUSEO
FRA SUONI CLASSICI

di Giovanni Caiola

A Palazzo Triulzi Longhi di Castiglione delle Stiviere, sede del Museo Internazionale della Croce Rossa, s’è esibito, mercoledì 11 maggio, il maestro Gianmaria Marco Lanfranchi col suo Egon Quartet nella presentazione del progetto Promenade. Il concerto – che purtroppo intempestivi scrosci di pioggia non han permesso di tenere nell’incantevole cornice del giardino come programmato – ha riservato al discreto (e francamente inaspettato, visto il non comodissimo orario) numero di pubblico accorso, diversi momenti di buona musica. Qui però devo subito chiarire che la musica proposta dal quartetto non è esattamente quella da me abitualmente frequentata, anzi ammetto candidamente di essere assolutamente un profano in fatto di arie liriche ed affini. Le suggestioni causatemi dunque dall’evento, non posso dire siano state accompagnate da una conoscenza formale tale da permettermi un giudizio tecnico dell’esibizione. Chiarito ciò, devo anche dire che tutt’altro era il genere di musica che m’aspettavo di sentire: avendo in passato, infatti, già avuto modo di seguire un’esibizione solistica di Lanfranchi, le mie orecchie eran pronte a farsi violentare e blandire nel contempo da spartiti oltremodo ostici tendenti all’avanguardia. Invece la formazione – comprendente Lanfranchi al pianoforte, Ruber Marani al violino elettrico, Boris Magoni al clarinetto e Olivia Latina alla voce – ha proposto una musica cameristica intensa, sofferta ed in qualche modo pure bucolica. I sette brani strumentali hanno denotato un forte carattere descrittivo a cui, nei due (Musica Nel Buio e Ricordo Di Un Sorriso) scritti dal “collaboratore esterno” Andrea Gastaldello, si è unita una coloritura ritmica in cui m’è parso di scorgere abbondanti suggestioni popolari. Le restanti composizioni sono state, invece, dominate dalla bellissima voce della Latina, soprano dalla buona reputazione internazionale. A conti fatti quindi le influenze avanguardiste non si sono fatte sentire se non molto, molto indirettamente (sempre che, in realtà, non sia stato io a non sentirle; cosa, come già ho detto, più che probabile). Influenze che, d’altro canto, sono comunque innegabili, avendo Lanfranchi studiato nientemeno che con un gigante come Gyorgy Ligeti, musicista attentamente ascoltato (assieme a Nono, Glass, Berio e Reich) pure da Gastaldello.Dovessi infine formulare un giudizio sul concerto, questo non potrebbe essere che positivo, vista l’ottima prova dei musicisti (un plauso particolare va alla “morbida” e delicata prova di Magoni) ed il superbo intreccio sonoro, funestato purtroppo dalla scarsa resa acustica della stanza all’ultimo momento adibita alla bisogna. Nonostante i disguidi meteorologici ed i limiti conoscitivi del sottoscritto, mi sento dunque di spendere per il progetto (che presto verrà concretizzato in un cd) una piena promozione con ottimi voti.


Commenti »

Ancora nessun commento

feed RSS per i commenti a questo articolo.

Lascia un commento


Attenzione: i commenti compariranno sul sito previa approvazione del moderatore

Righe e paragrafi vanno a capo automaticamente, l’indirizzo e-mail non viene mostrato, HTML è permesso: <a href="" title="" rel=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <code> <em> <i> <strike> <strong>