FOTOGRAFIA E NATURA

di Dario Ferrarini

Si è tenuta a Castellaro Lagusello dal 23 al 25 aprile la Festa dei Fiori: tra le varie iniziative era presente anche la mostra fotografica di Giorgio Mutti, autore, insieme a Costanza Lunardi, del libro Il falco e la rosa, incentrata sulla fauna e sulla flora delle colline moreniche. Un’occasione unica per rendersi conto di questo straordinario patrimonio naturale, ma anche per conoscere da vicino i frutti di un lungo lavoro d’osservazione. “Sono sempre stato attratto dal mondo naturale, probabilmente la fotografia è stata un pretesto per avvicinarmi alla natura” - spiega Giorgio – “e la ritengo un mezzo di conoscenza, per divulgare determinati valori, che il fotografo ha la responsabilità di far conoscere. In questo ambito può essere provocatoria, ironica o di impegno civile, ma rimane comunque uno strumento di divulgazione. Da parte mia l’obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, per salvaguardare il territorio, anche se la finalità maggiore per un fotografo rimane quella di far stupire, che porta a una grandissima soddisfazione personale. ”Una scelta, quella del territorio morenico, particolarmente sentita per Mutti, castiglionese di origine ma residente a Desenzano: “è il territorio che sento più vicino, dove sono nato e cresciuto, anche se i miei progetti sono di allargarmi anche ad altre zone, magari verso le montagne. Per questa passione è necessaria un’approfondita conoscenza del territorio, anche perché dalla conoscenza viene l’amore e il rispetto per l’ambiente in cui si opera; mi piace andare in profondità alle cose, e questo implica una buona dose di pazienza, che fa della fotografia una scelta esistenziale, parte integrante della tua vita, anche perché finisce per portare via moltissimo tempo. Bisogna saper aspettare, vanno fatte delle scelte e dei sacrifici,e soprattutto si deve tener conto che spesso i risultati arrivano dopo tanto tempo. In ogni caso il contatto con la natura procura una grande serenità, che ripaga ogni sacrificio, e questo è sicuramente l’aspetto più bello del mio lavoro”. Un contatto che, nel locale, si rischia di perdere, anche perché forse siamo portati a sottovalutare l’importanza di questo ambiente: “il territorio castiglionese ha delle grandi potenzialità, in quanto gode di una varietà molto ampia di ecosistemi, ha il privilegio di avere ancora molte zone boschive, integrate con zone umide e prati aridi, come per esempio la zona del Monte Merlo, ricca di orchidee, oppure le numerose torbiere, dove è possibile trovare una grande varietà di volatili, tra cui il Martin pescatore e l’Airone rosso. L’edilizia e la caccia, anche se apparentemente può non sembrare così, sono due fattori molto deleteri per questi ecosistemi”.


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