FRAM(M)ENTI - CASTIGLIONE


SULLA STRADA
di Luca Cremonesi

Domenica 8 maggio nel cortile di Palazzo Pastore si sono esibiti Ilaria Feole e Alessandro de Silvestri accompagnati dal gruppo La Rambla (Alice Baccolo - violino, Giuseppe Comincini - fisarmonica, Giovanni Scalvini - chitarra e Bruno Bonarrigo - contrabbasso). L’iniziativa, inserita nel programma di Castiglione in Musica (organizzato dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con l’Istituto Comprensivo II, Arti.co. e Associazione Culturale FramMenti) era dedicata al viaggio. M’interessa scrivere delle emozioni nate da questo evento. Credo sia un modo onesto per descrivere un momento intenso, ben organizzato e coinvolgente. In questo periodo un viaggio è tutto quello che vorrei fare… partirei per non tornare mai più. Ci sono molteplici forme di viaggio e infiniti modi per raccontarle. Quella che meglio descrive la pluralità dell’esperienza di cui si parla è da sempre questo brano: “Ti invito al viaggio/ in quel paese che ti assomiglia tanto./ I soli languidi dei suoi celi annebbiati/ hanno per il mio spirito l’incanto/ dei tuoi occhi quando brillano offuscati./ Laggiù tutto è ordine e bellezza,/ calma e voluttà./ Il mondo s’addormenta in una calda luce/ di giacinto e d’oro./ Dormono pigramente i vascelli vagabondi/ arrivati da ogni confine/ per soddisfare i tuoi desideri./ Ascoltavo il mattino/ i suoni del giardino/ il linguaggio dei profumi/ dei fiori”. Ma il viaggio è anche, come afferma Deleuze, “l’assoluta immobilità per non spezzare e interrompere i divenire che ci attraversano”. Ci possiamo fidare della parola di un filosofo che ha teorizzato il movimento, il divenire e la differenza come pura essenza della vita. Ho ritrovato queste direzioni nell’esibizione di domenica 8 maggio. I testi (da Chatwin a Rumiz, passando per Pessoa e Ron Mc Larty, fino ai “nostri” Simone La Terra e Emma Morosini… avrei evitato l’abusato On the road… Kerouac ha scritto pagine migliori che andrebbero rivalutate) spingevano in mille direzioni. Con mia grande sorpresa, lo scritto di Emma Morosini è risultato il più ricco e il più denso di uno spirito nomade che da sempre, forse da millenni, accompagna, evidentemente, la nostra concittadina. C’è, in chiusura, un piccolo fatto che, almeno per chi scrive, ben sintetizza la performance in questione. Un leggero vento ha sollevato una piuma… Ilaria, con occhi alla Chaplin e un leggero sorriso che non ha tradito la sua concentrazione e la sua professionalità, ha seguito con lo sguardo quella piuma che – cosa ci vieta di pensarlo? – ha iniziato il suo viaggio, così – come tutti i viaggi – all’improvviso e lasciandosi alle spalle uno sguardo amico. La mia mente è subito volata allo sguardo che chiude La Frontiera scomparsa di L. Sepulveda. Alla fine del romanzo un vecchio nonno rivoluzionario guarda il giovane nipote partire per la Francia. Il ragazzo sale la scaletta dell’aereo e, voltandosi, alza il pugno sinistro. Iniziano, così, terminato il libro, due nuovi viaggi: uno esterno con il pugno alzato, uno interno con e nello sguardo del vecchio uomo…


Commenti »

Ancora nessun commento

feed RSS per i commenti a questo articolo.

Lascia un commento


Attenzione: i commenti compariranno sul sito previa approvazione del moderatore

Righe e paragrafi vanno a capo automaticamente, l’indirizzo e-mail non viene mostrato, HTML è permesso: <a href="" title="" rel=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <code> <em> <i> <strike> <strong>