IL MISTERO DEI TESCHI ALOISIANI

di Giorgio Alemanni

Due Santi che portano lo stesso nome, con analogie davvero affascinanti. Luigi dei Francesi e il ‘nostro’ Luigi. Tutti e due di sangue blu, pii, soldati di Dio e morirono ambedue di peste lontani da casa. Il primo, Luigi IX re di Francia, fu il promotore della grande crociata del 1270 (l’ottava) invocata da papa Innocenzo IV e sostenuta dal fratello di Luigi, Carlo d’Angiò, re di Sicilia. Sferrato un attacco contro la città di Tunisi si ammalò e improvvisamente morì sotto le mura della città assediata. Il suo corpo fu immerso nell’acido e le ossa furono suddivise tra i Cavalieri Templari che le riportarono in Francia in Camargue, dove, nella piazza al centro della città fortificata di Aigues Mortes, una gigantesca statua lo ricorda. Pupi Avati nel suo “I cavalieri dell’impresa” con la voce di Carletto Delle Piane ne racconta, romanzandolo, il fatto. Il ‘nostro’ lasciato lo spadino e il titolo nobiliare, prese la spada della Compagnia di Gesù e a Roma si batté in difesa degli ammalati, sacrificandosi. Anche il cranio di San Luigi Gonzaga diventò una reliquia, in Basilica è visibile sopra l’altare, racchiusa in una preziosa teca. Questa, come il corpo di Luigi, ha avuto una vita tormentata. Il generale Buonaparte dopo aver battuto gli Austriaci a Castiglione1 pretendeva portarla in Francia. Tempo fa la teca fu sottratta davvero assieme ad arredi sacri, ma fortunatamente venne ritrovata, i candelabri d’argento no. Fin da piccolo mi sono sempre domandato come fosse possibile che il suo cranio sia a Castiglione e …“Le ceneri poste in un vaso di lapislazzuli si venerano nella cappella a lui dedicata in Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio a Roma. Precedentemente era sepolto nella Chiesa dell’Annunziata del Collegio Romano, dove ebbe varie sepolture fino al definitivo trasferimento avvenuto il 5 agosto 1649”2. Ai personaggi in profumo di santità, come per Saint Louis des Français, veniva separata la testa o la mano o un dito dal corpo per permettere ai devoti in molteplici luoghi differenti di venerare le reliquie. Questa macabra usanza venne poi abolita. Con San Filippo Neri (1551-1595) si ritornò a riesumare i corpi dei Santi per mutilarli con lo stesso scopo. Il corpo del ‘nostro’ Luigi invece venne reso cenere. Tutto ciò mi lascia perplesso. Sulla guida del T.C.I. più vecchia che ho trovato3, si può leggere che in un urna, celata sotto l’altare della cappella a lui dedicata vi sono non le ceneri, ma i resti del Santo. Ho letto anche che il suo corpo, invece, riposa su un tappeto di lapislazzuli azzurri. Però in tutte queste versioni non si parla mai del fatto che il suo cranio è a Castiglione, dove secondo Daniele Valenti4 arrivò nel 1610 donato dalla Compagnia dei Gesuiti di Roma. Invece nella Gesù Vecchio, la prima chiesa costruita dai Gesuiti a Napoli, in una piccola ampolla viene conservato il residuo sanguineo di San Luigi. Ogni 21 giugno avveniva il fenomeno della liquefazione, ora i fedeli affermano che in questa data si vede un lieve arrossamento. In paese ho sentito anche una versione diversa e decisamente fantasiosa: “Alla morte di Luigi il fratello Francesco, terzo Marchese e primo Principe di Castiglione, mandò degli uomini a Roma per riportarne a casa il corpo. Sulla strada del ritorno attraversando il lago
Trasimeno fecero naufragio e il corpo affondò. Anni dopo affiorò dalle acque un teschio. Tutti gridarono al miracolo e fu portato a Castiglione”. Comunque sia andata per me quel cranio rimane un misterioso rompicapo!

1 Una ‘rue’ in pieno centro di Parigi lo ricorda ed inoltre il generale P.F. Augereau, eroe della battaglia divenne poi Duca di Castiglione (anche questo un bel mistero).
2 Tratto dall’opera «Reliquie Insigni e “Corpi Santi” a Roma» di Giovanni Sicari (Massimo studioso di araldica vaticana e di storia dei monumenti religiosi romani).
3 “Guida di Roma e dintorni” del 1936 a pagina 226.
4 Dal testo scritto da Daniele Valenti per la Proloco di Castiglione delle Stiviere.


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