SOLFERINO, LA PROSPETTIVA LANGLOIS

di Andrea Bianchera

Il Monte Alto è una piccola altura che si presenta all’ingresso del paese, per chi proviene da Castiglione, sulla destra, poco dopo il cartello di Solferino. La sua rilevanza storica era nota a tutti gli studiosi ed ai cultori dei nostri luoghi. Ma ciò che ne ha sancito definitivamente l’importanza, è stata la pubblicazione di un volume di fotografie e disegni di Solferino al tempo della famosa battaglia del 1859. Nessuno, fino a pochi anni fa, sapeva che
le gesta di Napoleone III ed in particolare la Battaglia di Solferino, avevano spinto un anziano colonnello francese, Jean Charles LANGLOIS, a trascorrere, negli anni immediatamente successivi ai fatti, parecchi mesi sul posto, per “fotografare” i luoghi, con una tecnica mista tra pittura e fotografia, per ricreare, in un ambiente “cinematografico” ante litteram, il panorama e gli effetti della battaglia. Il risultato, per noi stupefacente, è stato riprodotto in un volume pubblicato nell’ottobre 2000 dall’Associazione Regionale per la Diffusione dell’Immagine (ARDI), con il titolo: “Jean Charles Langlois, photographe normande et le panorama de la bataille de Solferino”.
Entrato giovanissimo, a soli 18 anni, nell’esercito napoleonico, Langlois prese parte a diverse campagne militari, distinguendosi per capacità e coraggio, fino ad ottenere nel 1812 la promozione a capitano. Chiusa la carriera militare, a 60 anni, poté dedicarsi a tempo pieno alla realizzazione dei panorami; per questo cominciò a viaggiare ripercorrendo i luoghi delle varie battaglie, e nel 1862 giunse a Solferino, dove si fermò per alcuni mesi.
Il punto prescelto da cui “riprendere” la battaglia è proprio il Monte Alto. Il momento è quello decisivo della battaglia (iniziata nelle prime ore del mattino e cessata solo a tarda sera) delle due del pomeriggio, quando Napoleone III butta nella mischia la riserva e i Francesi riescono a sfondare il fronte austriaco, per procedere poi a conquistare la Rocca, entrando in Piazza Castello. Oltre a queste immagini, Langlois ha lasciato anche altre foto, documenti eccezionali ed unici su come erano i nostri territori al tempo della seconda guerra d’indipendenza, da Piazza Castello a via XX settembre in Solferino, alla Corte Contracania in Loc. San Martino, a Cavriana, a Pozzolengo, fino a Montichiari.
Il lavoro di Langlois, fatto conoscere inizialmente dal prof. Massimo Marocchi, è stato oggetto di vari convegni e seminari, come quello tenuto alla fine del 2003 a Peschiera, i cui atti sono ora raccolti in un volume: “Il lago di Garda e le colline moreniche: un patrimonio da salvare”. Dunque il Monte Alto rappresenta una testimonianza storica unica.
Una sua scriteriata edificazione rischia di demolire un pezzo della nostra storia, mentre un recupero ad uso pubblico, almeno della parte superiore, potrebbe farlo rientrare in un circuito culturale, paesaggistico e didattico.


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