TENTAZIONI/07

di Carmelo Sammartino

“Quella che stiamo vivendo è una stagione sconvolgente, attraversata da mutamenti rapidissimi, che lasciano in piedi le condizioni di stabilità per tratti brevissimi, lo spazio di un mattino”. In una lontana intervista, Jean-François Lyotard (che nel ’79 coniò il fortunato termine “post-moderno” per definire l’epoca attuale) sottolinea come lo sviluppo tecnologico e scientifico abbia ovvie e immediate ricadute sulla vita quotidiana, sulla politica, sull’arte. La questione decisiva che pone è se gli oggetti della nostra creatività (la scrittura, la pittura, il buon cinema) siano prodotti dal sistema così come lo sono le automobili o i missili. C’è un’azione del sistema, sia pure inconsapevole e invisibile, che spinge ad essere al servizio della produttività? Di fatto il carattere invasivo del sistema produttivo “penetra addirittura nei laboratori, nelle redazioni, persino nella camera dove lo scrittore lavora per ottenere, alla fine, il prodotto che il sistema saprà smerciare e far circolare. Credo che la crisi delle cosiddette “avanguardie” derivi dal fatto che il sistema impone questo ordine: “ne abbiamo abbastanza di pittori inguardabili, di scrittori illeggibili, e così via. Dateci dei prodotti decifrabili e spendibili!”. Ciò che si esige è una merce da mettere in circolazione sul mercato. E qui subentra la nozione di “industria culturale”: il sistema entra fin nella testa del pittore, del cineasta o dello scrittore per fargli fare ciò di cui il sistema ha bisogno, perché la cultura continui a circolare. Immaginate Van Gogh davanti alla scelta del giallo o del rosso. Si vede bene che c’è un lavoro sul colore, che non è richiesto da nessuno se non dallo stesso Vincent. Ma da dove sorge l’esigenza che ci fa perseverare nello sforzo di pensare, di scrivere o di fare della musica o della pittura?”. Lo sforzo o il piacere di pensare si scontra comunque con una nutrita schiera di collezionisti e di affaristi ben organizzati. E mi riferisco alla neonata ART BANKING che dal 2003 gestisce in Italia tentazioni mercantili, “una consulenza innovativa – come recita lo slogan pubblicitario – per un investimento alternativo e consapevole!”. L’interesse per l’art banking, intesa come opportunità di investimento e come modalità di supporto della clientela privata è cresciuta considerevolmente. Obiettivo della banca italiana (sulla scia della decennale esperienza di Citybank e di UBS) è allargare la piattaforma dei fruitori, incentivando l’interesse per l’arte come settore merceologico-aziendale. Già cinque banche hanno servizi di art banking: Unicredit, Intesa, Capitalia, Monte Paschi. Tutto ciò con buona pace della sensibilità creativa e del - più o meno soddisfatto - scambio comunicativo con gli altri che molti artisti mantengono. Gli infaticabili sognatori di libertà troveranno ulteriori curiosità visitando il sito www.bancadellarte.it: una fascinazione in database per sostituire i processi artistici con la gestione del portafoglio e i titoli di stato!


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