I LIBRI DELLA CIVETTA

di Ilaria Feole

The Black Pinocchio. Le avventure di un ragazzo di strada (con dvd dello spettacolo), Giunti, 15 euro

C’era una volta un ragazzo. Era nato senza madre, tra mille problemi; suo padre di mestiere faceva il povero e fece di tutto per aiutare il figlio a studiare, ma lui si cacciò nei guai e finì sulla strada. Così inizia la storia di Pinocchio. Così inizia la storia di ognuno dei ragazzi di strada che abitano i ghetti di Nairobi. Li chiamano chokora, che significa spazzatura; i loro genitori sono poveri, più spesso sono morti (si stima che in Kenya vivano circa 1,2 milioni di orfani, la maggior parte dei quali nelle baraccopoli) e loro vivono di espedienti, perlopiù di piccoli furti o rivendendo materiale raccolto nelle discariche, e sniffano colla per non pensare. Nel 2000 AMREF (African Medical and Research Foundation, la principale organizzazione sanitaria senza fini di lucro dell’Africa Orientale) ha inaugurato a Nairobi un Centro di assistenza per ragazzi di strada che organizza attività di formazione, artistiche e sportive; nell’ambito di questo progetto è stato ideato lo spettacolo The Black Pinocchio. Il regista italiano Marco Baliani ha lavorato per due anni con un gruppo di venti ragazzi del Centro, dando vita ad una rappresentazione teatrale della storia di Pinocchio riveduta e corretta sulla base delle esperienze di vita dei chokora. Il risultato è stato portato in scena con successo sia in Africa sia in Italia; scenografie minimali ma molto efficaci, ritmi e colori africani, e un gruppo di giovani attori affiatati ed entusiasti. I ragazzi kenioti non conoscevano Pinocchio e hanno riconosciuto in lui un loro simile: anche lui, come loro, deve affrontare la fame e spesso agisce sulla spinta di questo bisogno; anche lui è vittima di persone che si fingono generose ma vogliono solo sfruttarlo e anche lui, come per i ragazzi aiutati da AMREF è stato possibile, alla fine non è più un pezzo di legno (o di spazzatura) ma riconquista la sua dignità di persona. “Ho capito che Pinocchio sono io. Fino a poco tempo fa ero un burattino. Camminavo tutto il giorno senza pensare. Ero un teppista. Da quando ho smesso di farmi mi è tornata la memoria. Ho ricominciato a vivere. Dormo sotto un tetto. Studio”. Queste sono le parole di Peter Ngich, diciassettenne di Nairobi che gli assistenti sociali del Centro hanno incoraggiato ad intervistare i suoi ex compagni di strada, a scrivere e raccontarsi. Il risultato è raccolto nel volume The Black Pinocchio. Le avventure di un ragazzo di strada, curato da Giulio Cederna, consulente di AMREF Italia, e John Muiruri, assistente sociale a capo del progetto AMREF per i ragazzi di strada; un percorso di immagini e parole che intreccia la storia di Peter e degli altri orfani del ghetto con la lavorazione al progetto Black Pinocchio. “Il ragazzo di strada è costituzionalmente un artista. La sua vita è già un’opera d’arte. E ogni forma d’arte lo aiuta a vivere. Se ha 5 scellini va al cinema. Quando può ascolta la musica. Se gli dai un microfono, comincia a cantare. Se gli dai una corda, diventa un acrobata. Se lo fai salire su un palco si traveste da attore. Fin da piccolo è abituato a recitare per vivere. Se gli dai una penna diventa uno scrittore.“ In questa intuizione sta la grandezza del progetto AMREF; la cultura, l’arte sono i mezzi più potenti per affrancarsi da una condizione di degrado, per ritrovare il rispetto di se stessi e un ruolo nella società, ma anche per far sentire la propria voce a chi preferirebbe non sentire, a chi non capisce che ignorare, disprezzare e ghettizzare, sono solo modi per uccidere una grande ricchezza culturale.


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