IL TERRORISTA

di Diego Albano

Scena tratta dall’ultimo consiglio comunale: Il consigliere di maggioranza Antonio Esti (An) propone un’interpellanza al sindaco. Viene fatto notare al primo cittadino come, a seguito degli attentati londinesi, sarebbe opportuno sapere “quanti sono i call center per stranieri, se sono state fatte delle verifiche dalle forze dell’ordine e quali sono stati gli esiti di queste verifiche.” Il motivo dell’interpellanza è la possibilità, paventata dal consigliere Esti, che tali call center siano frequentati da terroristi residenti a Castiglione. I banchi dell’opposizione sono tranquilli. Qualcuno sonnecchia, qualcun altro legge addirittura il giornale. Solo il consigliere Giovanni Saviola si permette di sbottare “il nemico è ovunque”. Ma è un semplice moto di stizza, forse comune all’intera ala del centrosinistra.
Mi si permetta, in questa sede, di contraddire Saviola. Il nemico non è ovunque. Il nemico, fortuna nostra, è solo in determinati luoghi. Proprio come i call center, per esempio. I call center abilitati alle chiamate internazionali, infatti, sono in gran parte frequentati da islamici. E’ importante sottolineare che queste strutture permettono di telefonare in tutto il mondo, quindi anche in Afghanistan, o addirittura in Iraq. Ritengo inoltre opportuno segnalare le kebaberie, pericolosamente in espansione, nelle quali è facile progettare un attentato mangiando carne di montone e bevendo birra, senza alcun disturbo.
Da non dimenticare poi i centri commerciali, spesso insidiati da negozi etnici dove, tra un souvenir e un tappeto persiano, è possibile notare le tracce di un sotterraneo traffico d’armi destinato ad alimentare la resistenza irachena.
Oppure alcuni quartieri (come i cinque continenti) segnati da un’elevata concentrazione di famiglie musulmane, possibili ricoveri per terroristi in esilio. Ma anche le numerose banche castiglionesi, casseforti ignari dell’ Al-Queda locale. Infine le colline moreniche, sulle quali è sorprendentemente facile, con la scusa di un pic nic, sfuggire per mesi alla giustizia internazionale. Locali, banche, centri commerciali, quartieri e colline.
Ripensandoci, forse è vero, il nemico è praticamente ovunque. E’ dunque inevitabile correre ai ripari, con rapidità e discrezione. Credo sia necessario, data l’elevata dispersione sul territorio del nemico, operare un intervento urbanistico volto a concentrare le comunità sospette in un unico luogo, in modo da facilitare le forze dell’ordine. Suggerisco inoltre di recintare l’area designata allo scopo, magari con un’opera in muratura, e munire la zona di cartelli. Indispensabile, infine, emanare un’ordinanza che vieti alla popolazione di sostare nei pressi della zona pericolosa, onde evitare possibili e dannose contaminazioni.


Commenti »

Ancora nessun commento

feed RSS per i commenti a questo articolo.

Lascia un commento


Attenzione: i commenti compariranno sul sito previa approvazione del moderatore

Righe e paragrafi vanno a capo automaticamente, l’indirizzo e-mail non viene mostrato, HTML è permesso: <a href="" title="" rel=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <code> <em> <i> <strike> <strong>