CARO SINDACO, NON CI SIAMO
DALLE ROTONDE AL CAMBIO DI CAVALLO

di Claudio Morselli

Questa storia delle rotonde ha assunto una connotazione decisamente tragicomica. Mentre sembrava che l’argomento fosse stato ormai archiviato senza eccessive polemiche, improvvisamente, nel bel mezzo dell’estate, una breve lettera di Fabio Protasoni alla Costa della Balena l’ha resa incandescente: fuoco alle polveri! Non che questa lettera fosse particolarmente polemica, sia nei toni che nei contenuti, anzi, si tratta di una lettera pacata, con la quale un cittadino castiglionese dice il suo parere sulle modalità di realizzazione delle rotonde, esprimendo tranquillamente il proprio disaccordo sul carattere “civico” dell’operazione promozionale delle aziende che hanno sponsorizzato le rotonde. Una lettera che poteva benissimo non avere code, o al massimo essere seguita da un breve commento o da una breve replica, come fanno tutti i giornali. Invece, apriti cielo!, ecco, nell’ordine: la risposta de La Costa, la risposta del Privato (Mario Beschi, Messaggerie del Garda), la risposta del Sindaco, con una pagina intera di distinguo, precisazioni, illazioni e bacchettate sulle dita del povero Protasoni. Fosse finita qui…ma non è finita. Nel numero successivo La Costa pubblica una lettera del nostro condirettore Luca Cremonesi che, da privato cittadino, affronta alcuni aspetti della polemica, tra cui la distinzione tra il ruolo pubblico del Sindaco e il Sindaco come persona privata. Anche stavolta c’è una pagina intera sull’argomento, e anche stavolta c’è la risposta della Costa, la risposta del Sindaco e, nella pagina successiva, la risposta del Privato (ad un’altra lettera, sullo stesso argomento, di Giovanni Saviola). A questo punto, però, i contenuti passano in secondo piano, perché ciò che colpisce sono il tono e alcuni argomenti della risposta del Sindaco. L’avv. Fabrizio Paganella, infatti, non si accontenta di sostenere il proprio (legittimo) punto di vista, ma attacca e offende personalmente Luca Cremonesi, ironizzando pesantemente sulla “sua cultura, età, esperienza di vita e realizzazione professionale” e accusandolo, in sostanza, di essere al di sotto del livello di “qualsiasi persona di intelligenza media, e non eccelsa ovviamente”.

Mi spiace, ma qui proprio non ci siamo. Ribadisco che il Sindaco ha non solo il diritto ma il dovere di intervenire per rispondere alle richieste e alle critiche dei cittadini e di qualsiasi voce di opposizione, ma non deve mai dimenticare il ruolo che è chiamato a svolgere in quanto rappresentante dell’intera collettività locale, e non solo di chi lo ha eletto. Mancare di rispetto e scadere nella sterile polemica politica non fa mai onore a nessuno, ma nel caso di un rappresentante delle istituzioni – e nel nostro caso, il massimo rappresentante della comunità castiglionese – ciò rappresenta un fatto molto grave, che può mettere in crisi la coesione sociale della comunità stessa. Non è la prima volta che il nostro Sindaco assume atteggiamenti di questo tipo, di incapacità a gestire il confronto fra opinioni diverse, di fastidio e insofferenza per qualsiasi voce che si esprime fuori dal coro, di arroganza nei confronti di chi cerca di far valere i propri diritti, di indisponibilità ad un confronto franco e trasparente sui problemi della città. Ricordo come sono stati e come sono tutt’ora trattati i cittadini di Via Tasso, costretti a convivere con la psicosi della Castiglione Rifiuti, che rivendicano il rispetto del diritto alla salute e alla sicurezza per le proprie famiglie. Ricordo le 900 firme presentate circa due anni fa affinché si discutesse, in Consiglio Comunale, dei rischi dell’elettrodotto: nemmeno un cenno di risposta. Ricordo come sono stati considerati i 939 cittadini che hanno firmato le osservazioni al progetto dell’ex piscina Lido: “utili idioti” strumentalizzati dall’opposizione di centro-sinistra. Ricordo la sua decisa indisponibilità a rilasciare interviste per il nostro giornale. Alla fine l’obiettivo è sempre lo stesso: fare tabula rasa tutto intorno di tutto ciò che non è omologabile al proprio pensiero, alle proprie finalità e al proprio modo di amministrare. Anche a costo di esagerare un po’ con atteggiamenti vendicativi, che anche noi della Civetta, ad esempio, abbiamo pagato con il veto posto alla riconferma di una pubblicità istituzionale.

Il problema, però, per il Sindaco e per i partiti che lo sostengono, è che la tabula rasa è a doppio senso di circolazione, funziona anche al contrario. Non a caso, più si va avanti più l’indice di gradimento del primo cittadino si riduce; non c’è feeling, nemmeno all’interno della sua maggioranza e del suo elettorato. Probabilmente non è il suo mestiere. Da egoista, l’opposizione potrebbe esultare: “Grazie, signor Sindaco, vada avanti così che ci fa un favore! E si ripresenti ancora alle prossime elezioni, che forse questa volta ce la facciamo a vincere”. Ma qualcuno, nella maggioranza, ha mangiato la foglia e forse si sta già preparando a cambiare cavallo.


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