IL RITORNO DA UN VIAGGIO CONTINUO
Volevo ringraziare la dott.ssa Elena Benoni per averci raccontato questo viaggio e, soprattutto, cara Elena, per non aver mai smesso di lottare e sognare per i tuoi ideali e per cercare di rendere un po’ migliore questo nostro strano mondo…
Furono gli ultimi mesi di lavoro a Bujanovac i più intensi e quelli più ricchi di soddisfazioni; accanto all’impegno quotidiano con i bimbi rom allo Jek, duj, trin klub era ormai diventata costante anche la nostra presenza al klub dove i vecchi rom si ritrovavano ogni giorno per giocare a scacchi e a domino e dove venivano offerti loro una minima assistenza medica e un sostegno alimentare.
Su tre delle sei municipalità coinvolte dal progetto in favore degli anziani rom sopravvissuti alla persecuzione nazista (Bujanovac – Vranje – Vraniska Banja) abbiamo pensato ed organizzato un pomeriggio al mese di tombola a premi e un pomeriggio di festa e musica dal vivo. E così, lentamente, oltre ad aver imparato i numeri (in serbo e in romanè) da 0 a 99, sono entrata in relazione con gli anziani testimoni di profonde e commoventi storie di vita e di sofferenza. E così il progetto ampio, già strutturato, nel quale all’inizio pensavo di inserirmi con un ruolo ben preciso e sul quale avevo fantasticato molto, fece parte integrante di un’esperienza ben più complessa e sfaccettata che si è costruita nei mesi e che mi ha visto occupata in diversi campi. Senza dubbio ora posso dire che il mio servizio di volontaria europea è stato completo ed arricchente; i primi mesi furono spesi tutti per cercare di ambientarmi e di imparare il serbo, per capire come muovermi delicatamente in una realtà molto diversa da quella a cui ero abituata. Ics, l’organizzazione con cui ero partita, mi lasciò libera di decidere cosa fare e in quale direzione; questo fu in fondo un bene, perché da una posizione marginale da un lato, ma molto ben radicata tra la popolazione locale dall’altro, mi accorsi di avere l’opportunità reale di capire e di criticare molte cose (alcune situazioni non furono gestite bene e molte occasioni non vennero colte). La permanenza in Serbia fu una scoperta e una conoscenza continua, il tessere le giuste relazioni fu il lavoro più difficile e quello che mi diede poi la maggior gratificazione. Dopo nove mesi, come previsto, sono tornata in Italia. In autobus. Ventiquattro ore attraverso il cuore dell’Europa, con i ritmi e l’andatura lenta di chi si avvicina, sosta per un po’ e poi se ne va portando con sé il sapore dell’incontro imprevisto, lo sguardo incantato su paesaggi tanto vicini quanto sconosciuti, il ricordo indelebile delle persone conosciute, amate, lontane.
C’è stato un momento in cui il desiderio più grande era quello di continuare il progetto con i bimbi rom rimanendo ancora con loro a Bujanovac, c’è stato il momento spaventoso degli scontri in Kosovo a fine marzo del 2004 e la volontà di restare fino all’ultimo, nonostante tutto, per salutare con calma, senza scappare, gli amici, prima di rientrare “definitivamente” in Italia. I saluti e gli arrivederci sono stati lunghi, dilatati nel tempo, commossi, intimi, profondi, ancora oggi ben radicati, presenti ed emozionanti.
C’è stato, l’estate scorsa, anche se breve, il ritorno “a casa”, a Bujanovac: era doveroso tornare e rendere omaggio a quella terra minata eppure tanto feconda; era impensabile andarsene e dire addio, il dolore sarebbe stato troppo grande.
Rimane purtroppo la consapevolezza che lo scambio è ancora a senso unico verso la Serbia e la sua gente e che la testimonianza di qua dall’Adriatico può essere oggi la sola forma di rendere giustizia ad un paese e a delle popolazioni ancora estremamente sofferenti e perseguitate.
Per informazioni si vedano i siti:
www.icsserbia.org / www.icsitalia.org / www.lunaria.org
Per un approfondimento:
Erberto Petoia, Miti e leggende degli zingari, Franco Muzio Ed., 2004.
Catherine Lutard, Serbia, Il Mulino, Bologna 1999.
U. Tommasi, M.Cataldo, Kosovo. Buco nero d’Europa, ed. Achab, Verona 2004.
Marco Revelli, Fuori luogo, Boringhieri, Torino 1999.
Isabel Fonseca, Seppellitemi in piedi, Sperling & Kupfer 1999.
Ana Maria Gomes, Vegna che ta fago scriver, CISU, Roma 1998.
Nando Sigona, Figli del ghetto, Nonluoghi, Firenze 2002.
Luca Bravi, Altre tracce sul sentiero per Auschwitz, CISU, Roma 2002.
Per uno scambio di idee, commenti, curiosità: elenabenoni@tiscalinet.it
Commenti »
Ancora nessun commento
feed RSS per i commenti a questo articolo.
Lascia un commento
Attenzione: i commenti compariranno sul sito previa approvazione del moderatore
Righe e paragrafi vanno a capo automaticamente, l’indirizzo e-mail non viene mostrato, HTML è permesso: <a href="" title="" rel=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <code> <em> <i> <strike> <strong>