CARITAS, LO SBARCO DEI 1000

di Luca Morselli

Negli ultimi mesi il fenomeno povertà, all’interno dell’intera società italiana e, come nel nostro caso, in comunità locali industriali come Castiglione, sta aumentando ad una velocità disarmante. La nostra sorridente cittadina dagli enormi palazzoni di cemento e dalla simpatiche rotonde colorate tiene ovviamente fede alla linea generale di impoverimento nazionale. Non che l’Europa viaggi nell’oro, ma, come disse Romano Prodi ad una puntata di al leckpolitik della tv Vespa che opponeva alla crisi italiana denunciata dal Professore la crisi europea, c’è una bella differenza fra essere il primo e l’ultimo paese, e noi siamo appunto il 25esimo. Nell’anno in corso alla Caritas di Castiglione sono arrivate domande di assistenza da più di 1000 famiglie, molto più alto degli scorsi anni e soprattutto molto al di sopra delle reali possibilità della CARITAS stessa. Questo insieme è costituito più o meno per il 70% da stranieri ed immigrati e il restante 30% da castiglionesi o italiani. Ritrovarsi “povero”, per inciso, senza mezzi di sussistenza autonomi, senza fissa, illuminata o riscaldata dimora, non è troppo difficile ne imprevedibile. Le cause maggiori di questo inarrestabile impoverimento sono riscontrabili nella legge 30 sul lavoro che ne ha cambiato la forma facendo della precarietà il suo modus essendi (se passate davanti alle vetrine delle agenzie interinali di castiglione troverete offerte di lavoro con contratti della durata di 1 settimana!!!), gli affitti locali che partono da una cifra minima di 600 euro mensili, e la legge per la regolamentazione dell’immigrazione regalataci dal duo forcaiolo Bossi-Fini, che prevede che per ottenere il permesso di soggiorno occorra esibire il contratto di un regolare lavoro, per il quale è necessario a sua volta possedere un documento di abitazione, una legge nella forma e nella sostanza, nell’ideologia e negli schiamazzi padani che ne hanno accompagnato l’emendamento, razzista e anacronistica. Le iniziative di Caritas e di altri enti possono “tamponare” gli eccessi di un fenomeno dilagante, ma non possono risolverlo: non dipende più dalla capacità di chi ne fa parte, sta marcendo una struttura nazionale che schiaccia ogni cittadino, togliendo soldi e dignità mentre il suo vortice di impoverimento viene sostenuto e rinvigorito dalle riforme e leggi governative. Nessuno si preoccupi però, siamo pur sempre il paese che possiede più telefonini e manda più sms, che continua ad andare in ferie mentre il nano malefico direttamente da Arcore distrugge quel che resta dello stato sociale.


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