NUOVA DIETA PER GLI ENTI LOCALI
La manovra finanziaria per il 2006 ha introdotto ipotesi di correzione alla spesa pubblica per 11,5 miliardi di euro: per gli enti locali è prevista una stretta delle spese pari al 6,7% rispetto al 2004. Accanto alla riduzione degli “sprechi” negli enti locali, la nuova finanziaria prevede una stretta anche alle spese per investimenti: infatti è previsto un taglio del 6,9%. Ulteriori “buone” notizie arrivano dalla sanità: rispetto al DPEF di giugno, la finanziaria li riduce di 4,6 miliardi di euro: quello che non viene tolto con una mano viene tolto con l’altra! Sul fronte delle entrate, Regioni e Comuni non potranno aumentare le addizionali IRPEF (positivo per le tasche dei contribuenti, ma meno per quelle degli enti locali): a risentirne saranno i servizi sociali. Incredibilmente, si parla di lotta all’evasione fiscale (dopo numerosi condoni, decreti per il rientro di capitali dai paradisi fiscali, abolizione di imposte contro gli interessi di qualche “persona importante”): ebbene, i comuni, investendo in personale e strumenti, dovranno aiutare lo stato a recuperare ciò che questo ha condonato. Un’altra tegola deriva dalla possibilità che una fonte di entrate dei comuni, quali le multe per autovelox, sia dirottata all’80% al ministero dei lavori pubblici, forse per finanziare le nuove opere previste dal contratto con gli italiani di Berlusconi. Un’ulteriore botta ai comuni potrebbe essere la scomparsa della TARSU (tassa sui rifiuti), che dovrebbe essere incamerata direttamente dagli ATO (ambiti territoriali ottimali), cui spetterà la raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Tali enti devono ancora essere costituiti e dotati di risorse: questo lascia presagire un’attenta lottizzazione da parte di un governo che si professa a piene mani liberista. Dulcis in fundo l’ICI verrà condonata per gli edifici ecclesiastici adibiti ad attività commerciale: non è difficile ipotizzare una proliferazione di esercizi “religiosi” che non verseranno un euro ai comuni. Però, alla faccia degli enti locali virtuosi, durante il governo Berlusconi la spesa pubblica dei ministeri è stata di circa il 2% più alta rispetto al decennio precedente. Il solo ministero dell’economia ha aumentato del 20% le spese per consulenza. E’ nota la forte competenza del Ministro Tremonti sui paradisi fiscali, molto meno nota nel mondo accademico è la sua preparazione su temi di natura macroeconomica: infatti i risultati si sono visti in questi anni in termini di mancata crescita e di ricerca delle responsabilità, sistematicamente sempre di qualcun altro.
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