MONZAMBANO,
IL PARCO DA GOLF
La questione del campo da golf e del comparto turistico-ricettivo la cui realizzazione si ventila già da tempo e che dovrebbe sorgere nei Comuni di Cavriana e Monzambano, rischia di diventare un caso emblematico, oltre che di totale disinteresse per il patrimonio ambientale, anche di manifesta e scandalosa protervia da parte di chi amministra il territorio. Il tutto nasce dalla necessità di decidere il destino del complesso agricolo La Cavallara, in risposta ai numerosi inviti alla riqualificazione dell’insediamento che conta circa 5.000 suini e che è causa di rilevanti problemi di convivenza per l’impatto creato dagli animali. La struttura turistico-sportiva, però, che dovrebbe sostituire l’allevamento, oltre ad inserirsi tra le splendide colline moreniche – zona generosa di tesori naturalistici – secondo il progetto, per buona parte, si insedierebbe all’interno della Riserva Naturale di Castellaro Lagusello, già ristretta oasi protetta, tutelata da leggi nazionali e da vincoli europei e riconosciuta come Sic (Sito di Importanza Comunitaria), il cui valore è riconosciuto dalla Cee e la cui importanza ambientale, storica, archeologica e culturale è ormai consolidata a livello nazionale e internazionale. Aggirare i vincoli di tutela, potrebbe sembrare un’operazione non facile per il gruppo di interessati a realizzare l’opera ma questi, rotti ad ogni genere di acrobazia, sulla scorta di qualche equilibrismo procedurale, assecondati dalle giuste complicità (per ingenuità, leggerezza, connivenza, interesse?), dando una spintarella di qua e un colpetto di là, rischiano di riuscire a portare a termine il nefasto progetto. Non vanno, infatti, sottovalutate le notevoli implicazioni economiche che l’opera comporta in termini di ingenti fiumi di soldi che pioverebbero nelle tasche del proprietario, e non solo, con la costruzione dei circa 60/70 mila mc di edifici a servizio di un campo da golf di circa 50.000 mq. Tant’è che, in pochissimo tempo, l’idea, da semplice studio di fattibilità, è già un progetto di massima e da indefinita fantasia, una realtà possibile, già illustrata agli organi competenti. Neppure gli amministratori dei comuni coinvolti – il sindaco di Cavriana, Bruno Righetti, e di Monzambano, Maurizio Pellizzer – sembrano troppo preoccupati dei vincoli cui l’area è soggetta tanto che avrebbero aggirato il problema con “un vero e proprio colpo di mano contrario ad ogni corretta procedura di legge”, come ha detto il presidente dell’Associazione Amici di Castellaro e del Comitato Parco delle Colline Moreniche del Garda, Emilio Crosato. Solo qualche settimana fa, infatti, i due Comuni, dopo averne approvate le delibere nelle rispettive Giunte – a sole poche ore di distanza l’una dall’altra e, guarda caso, con due testi assolutamente identici – hanno chiesto all’Assemblea del Parco Regionale del Mincio, a seguito della trasformazione in Parco Naturale, di annetterne la Riserva di Castellaro. A patto, però – e qui si palesa la scandalosa sicumera delle due amministrazioni – che “vengano esclusi gli ambiti cortivi e fabbricati di cui ai centri edificati, nuclei abitati, case sparse, ritenuti incoerenti con le finalità di tutela”. Cioè aree di territorio tutelate che, guarda caso, sono quelle da destinare alla trasformazione in oggetto. Una condotta quantomeno sconcertante che equivarrebbe a chiedere di entrare in casa altrui ponendo, nel contempo, la condizione di farlo con gli stivali sporchi di fango, e che, oltre alla protervia, tradisce anche una buona dose di ignoranza. La procedura seguita, infatti, viola la L. R. che vieta di trasformare in Parchi Naturali zone esterne ai confini dei Parchi Regionali (e la Riserva Naturale di Castellaro non rientra nel Parco Regionale del Mincio) e non tiene conto del fatto che né il Comune, né i proprietari possono disporre a piacimento di aree tutelate, patrimonio della comunità e sottoposte alla gestione di enti competenti (Parco del Mincio, Provincia, Regione, Ministero dell’Ambiente e Cee). Ciliegina sulla torta dell’impudenza e della mancanza di osservanza delle più banali norme di condotta, non solo il Comitato Tecnico-Scientifico del Parco non è stato interpellato, ma buona parte dei consorziati all’ente, come hanno loro stessi dichiarato, non sono stati informati della clausola di stralcio allegata alla richiesta di annessione. Con buona pace della correttezza, della trasparenza e del riguardo verso i colleghi, nonchè del rispetto degli amministratori per i rispettivi amministrati e per l’ambiente in cui vivono.
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La Redazione
Comment scritto da REDAZIONE CIVETTA — 1/10/2006 @ 5:26 am