JOE LANSDALE,
LA POLVERE
DEL TEXAS ORIENTALE

di Giovanni Caiola e Luca Morselli

Sull’onda dell’incontro di Joe R. Lansdale al Festivaletteratura a Mantova del 10 settembre, spendiamo due parole sulla trilogia dei romanzi d’investigazione (in ordine d’uscita: Il mambo degli orsi, Bad Chili, Rumble Tumble) dello scrittore texano, pieni di trovate narrative ai confini con l’assurdo e il comico e di riflessioni sul vivere quotidiano solo all’apparenza prive di spessore. Lansdale è americano e profondamente texano: i suoi romanzi, di cui i tre che andiamo a prendere in esame sono l’emblema letterario, nascono e si sviluppano nel “grembo” del Texas orientale, con le sue immense pianure intervallate da deserti assassini e da boschi malefici, uragani, tornadi e alluvioni all’ordine del giorno, con i suoi abitanti cresciuti a pane e Ku Klux Klan, whisky e polvere, dove non c’è posto per gente pacata e tranquilla, dove mito e balle sono la stessa cosa. L’immenso e prolifico immaginario collettivo legato al Texas orientale, che il nostro conosce da sempre essendoci cresciuto e vivendoci tuttora, diventa nei suoi romanzi letteratura, costituisce lo sfondo comune dei vari personaggi e diventa anch’esso personaggio; la chiusura di ognuno dei tre libri viene affidata a un disastro naturale, un’alluvione, un tornado, una tempesta: è il Texas che si fa personaggio, che non si accontenta più di caratterizzare le storie ma vuole determinarle, il Texas come topos letterario, l’ambientazione delle vicende da cui non può prescindere la loro trama. Per capire Lansdale bisogna partire proprio dal “suo” Texas: le terre inospitali, ora aride e caldissime ora fredde e umide, le calamità naturali, la cultura popolare legata indissolubilmente alla terra e alla tradizione. Diventa difficile definire che tipo di scrittore sia Lansdale: possiamo chiamarlo noir o giallo per le linee lungo cui si sviluppa sempre la vicenda e la trama dei romanzi (qualcuno che viene ucciso e qualcun altro che vuole indagare per fare chiarezza, persone scomparse e persone che le cercano, risse, sparatorie, ricatti, scandali, inseguimenti, ecc.), ma anche queste definizioni sono da ancorare al posto dove si svolge la vicenda e da piegare al ciclo climatico. I personaggi di Lansdale poi provengono tutti dal Texas, ne conoscono le usanze ancestrali e adottano un linguaggio rude e selvaggio, popolato di slang, proverbi e metafore. La ricercatissima caratterizzazione da parte dell’autore dei suoi protagonisti è un marchio di fabbrica Lansdale, che lo distingue come scrittore e che compone le pagine più spassose e avvincenti della sua prosa. Nella narrativa americana contemporanea non è certo infrequente imbattersi in una coppia di protagonisti, il più delle volte investigatori o poliziotti e dalle caratteristiche differenti tra loro: uomo/donna, giovane-intraprendente/vecchio-esperto, bianco/nero. E proprio un bianco e un nero sono i protagonisti del ciclo di questi tre romanzi dello scrittore texano. Il bianco si chiama Hap Collins e potrebbe essere definito il “filosofo” della coppia (affermazione da prendere con le pinze: il fatto è che, essendo il romanzo scritto dal suo punto d’osservazione, ne possiamo seguire costantemente i pensieri, cosa che è invece impossibile fare con quelli, sicuramente altrettanto interessanti e pungenti, del collega e amico fraterno), sostenitore convinto degli ideali democratici e dei diritti delle minoranze, denigratore dell’uso delle armi e della violenza e alla ricerca costante di un lavoro stabile e di una compagna fissa. Tra le sue caratteristiche c’è quella di non intraprendere mai un’azione “investigativa” senza il nero Leonard Pine. Quest’ultimo è l’esatto contrario di Hap: sempre pronto a muovere mani e armi per raggiungere l’obiettivo, guarda la vita in modo cinico e distaccato, vota per i repubblicani, va pazzo per la musica country ed è orgogliosamente omosessuale. Una coppia che fa letteralmente scintille, i dialoghi fra i due sono spesso da antologia ed è difficile riuscire a non ridere leggendo uno dei loro frequentissimi scambi di vedute. Ma non sono solo i dialoghi la parte interessante dei romanzi, la struttura narrativa è infatti impossibilmente avvincente e non si riesce a resistere allo sviluppo di un intreccio che forse vedrà i due amici tornare a casa salvi ma di sicuro non li vedrà tornare sani; e come nella migliore tradizione noir il loro intervento non servirà a risolvere veramente le cose, a meno che non si ritenga che la soluzione di un caso stia in una lunga catena di omicidi spesso efferati (se siete tra i sostenitori di questa opzione sicuramente andreste molto d’accordo con Leonard). Accanto alla coppia protagonista ruotano poi altri personaggi interessanti che Lansdale riesce a caratterizzare in pochi ma indelebili tocchi: la bella infermiera Brett di cui s’innamora Hap, il poliziotto Charlie che ha problemi con la moglie e varie altre figure interessantissime (indimenticabile il personaggio dello sceriffo sofferente di orchite in Il mambo degli orsi). Personaggi fondamentali nell’economia della storia perché delineano con precisione un ambiente e una cultura che altrimenti sarebbero difficili da penetrare, personaggi di un mondo che Lansdale costruisce passo dopo passo e che ha la capacità di fagocitare il lettore tanto da non lasciargli quasi più il respiro.Lansdale come scrittore di gialli, di noir o semplice romanziere? Lansdale come scrittore texano, che racconta storie le quali assumono di volta in volta sfumature diverse, dal thriller al comico, dal surreale allo storico, con anche punte di letteratura epica, come ad esempio la scena da antologia che l’autore costruisce ne Il mambo degli orsi: il cadavere della persona cercata lungo il romanzo, attaccato a 30 metri d’altezza su un pino secolare, ridotto a un molle e viscido insieme di ossa e pelle, con la tempesta che infuria scatenata e un’alluvione biblica che ha portato il cadavere sul ramo e che ora si sta portando via tutto, pino compreso.


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