il colosso di COGHI

di Claudio Morselli

RESIDENCE ALL’ EX LIDO:
UN MOSTRO DI CEMENTO
CHIAMATO CASA ALBERGO…
UN IMPATTO DEVASTANTE

Un enorme blocco di cemento, alto 15 metri e lungo oltre 120 metri, a semicerchio. E’ il “Residence Lido Parco” che la giunta Paganella ha deciso di realizzare nell’area dell’ex piscina lido e che potete vedere nell’elaborazione fotografica che pubblichiamo in questa stessa pagina, messa a confronto con la fotografia di quella stessa zona, com’è adesso. L’impatto è tremendo. Si tenga conto che la porzione di fabbricato riportata nell’elaborazione fotografica è poco più della metà di quello che in effetti verrà realizzato. Non ci vuole molto a capire che questo intervento va a stravolgere, in modo irreparabile, una delle zone più belle e caratteristiche del nostro centro abitato. E’, questa, l’ennesima ferita inferta a un territorio martoriato e devastato da una politica urbanistica irresponsabile, dove l’interesse del privato prevale sul bene pubblico, dove le società immobiliari – o meglio, certe società immobiliari – determinano, di fatto, le scelte amministrative per l’attività edilizia. E’ da un po’ di anni che il territorio di Castiglione è sottoposto a un attacco devastante, ma la giunta Paganella sta già superando tutte le precedenti, in quantità e in qualità. La sua concezione della gestione del territorio non prevede grandi elaborazioni programmatiche. Non bisogna porre limiti o introdurre regole, basta applicare la prassi, tanto cara al neoliberismo, di seguire il mercato – il mitico mercato – e lasciare che la sua evoluzione determini le condizioni per orientare lo sviluppo. Quindi, massima disponibilità ad accogliere le richieste della lobby del mattone, pronta a cementificare senza tanti complimenti, e vai con le varianti, e vai all’assalto delle colline! Ritornando al Residence “Lido Parco”, è sconcertante constatare come un intervento così pesante e dirompente sia stato approvato in quattro e quattr’otto, senza la minima obiezione, e senza affrontare nemmeno alcune delle problematiche che vi si presentano, quali la viabilità, o la funzionalità del parcheggio posto 5 metri sotto Viale Dunant e due metri sotto Via Gnutti, o il dislivello di circa tre metri che anziani e disabili dovranno superare per raggiungere i marciapiedi stradali Dulcis in fundo, c’è poi la valutazione complessiva del tipo di intervento che si andrà a realizzare. Denominato impropriamente “Casa Albergo” – e da costruire, appunto, in un’area classificata dal piano regolatore come “zona omogenea «PP5A: Casa Albergo per anziani» – questo mostro di cemento va invece chiamato con il suo vero nome: speculazione immobiliare. Non mi sembra esistano altri termini per definire un blocco di 20mila metri cubi contenente: 60 mini alloggi – di 42 e 47 metri quadrati che verranno affittati, senza alcun criterio per la definizione del canone d’affitto, “con priorità” ad anziani ultrasessantenni con eventuale familiare e a nuclei familiari comprendenti portatori di handicap permanenti – e contenente inoltre una reception, un ristorante-bar, un ambulatorio medico, una palestra con salette fisioterapia, uffici e un non ben precisato Centro Diurno di 250 metri quadrati che sarà gestito dal solito Nicchio (proprio così, è previsto espressamente dalla convenzione urbanistica!), il quale ormai, nell’alto mantovano, ha praticamente il monopolio delle attività sanitarie e assistenziali. Il tutto realizzato dalla ditta Coghi, nota impresa costruttrice spesso in cordata con il già citato Sig. Nicchio. Ma non bisogna meravigliarsi. Se sei un povero cristo qualsiasi devi penare anni e anni per avere una concessione, e poi ti controllano tutto, ti fanno impazzire. Agli amici, o agli amici degli amici, un favore, invece, non si nega mai.


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