BANCA D’ITALIA,
RISPARMIO E
FALSO IN BILANCIO
NUOVE NORME PER
NUOVI FUTURI SCANDALI

di Lupin III

Nei paesi maggiormente democratici ed organizzati, l’attività politica si caratterizza per un deciso processo di pianificazione che tende a prevenire ed evitare situazioni di crisi sistematica. Nel nostro paese, storicamente bloccato da una paralisi decisionale decennale, solamente fenomeni macroscopici ed acuti obbligano la classe politica a prendere decisioni che rispondano a problemi reali: la vicenda della Banca d’Italia è un caso da manuale. Dopo quasi un anno di totale inerzia di fronte al precipitare della crisi, il governo ha ora approvato la riforma dell’istituto centrale e chiesto il voto di maggioranza sulla prossima approvazione dalla legge sul risparmio. In sintesi ecco i principali cambiamenti:
• La nomina del governatore: attualmente spetta al consiglio superiore della Banca d’Italia in seduta straordinaria (è ritenuto valido il voto favorevole dei 2/3 del comitato). La nomina e la revoca sono poi approvati dal Presidente della Repubblica sentito il Presidente del consiglio ed il ministro dell’Economia. Nel nuovo ordinamento la nomina spetterà al presidente della Repubblica su proposta del governo, sentito il consiglio superiore di Banca d’Italia.
• Durata del mandato: attualmente è a vita mentre nel nuovo ordinamento sarà di 6 anni rinnovabile una sola volta.
• Antitrust bancario: attualmente spetta all’ufficio di vigilanza della Banca d’Italia; nel nuovo ordinamento il ruolo sarà condiviso con l’apposita autorità antitrust.
• Proprietà: attualmente appartiene a banche commerciali ed assicurazioni (quelle sottoposte alla vigilanza), nel nuovo ordinamento è previsto, entro tre anni, il passaggio allo stato.
• Falso in bilancio: attualmente non è prevista la querela per il falso in bilancio di società non quotate, mentre le sanzioni sono sino a 5 anni: con la riforma gli anni di reclusione per false comunicazioni sociali (falso in bilancio) dovrebbe scendere a 2 anni.
Come si può facilmente comprendere, di fronte alla gravità del problema, una maggiore forza riformatrice sarebbe stata auspicabile; inoltre l’aver ammorbidito le pene per il falso in bilancio ha introdotto tutti i presupposti per la reiterazione di futuri scandali finanziari, alla faccia della tutela del risparmio sancito nella costituzione. E’ ormai palese che gli interessi personali di qualche privato cittadino, seppur con cariche pubbliche, hanno un peso maggiore rispetto al resto della cittadinanza. Nel frattempo, pare che Fiorani abbia iniziato a fare nomi di politici.


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