IL GENERALE AUGER,
UN MISTERO PER CASTIGLIONE

di Giorgio Alemanni

Il generale Charles Auger era il comandante dell’artiglieria del 2° corpo dell’esercito francese. Con i suoi 40 cannoni era stato determinante nella battaglia di Magenta. Il 24 giugno 1859 aveva fatto posizionare le sue bocche da fuoco sotto il Monte Medolano, alla periferia del territorio di Castiglione in località Cá Morino. L’Armata francese , circa 170.000 uomini, era tutta schierata sul campo di battaglia. Aveva mosso, dato la calura già dalle 2 del mattino. Verso mezzogiorno Napoleone III arrivò da Montechiaro (Montichiari) con la Guardia imperiale e fu sferrato l’attacco decisivo per la vittoria. Auger ordinò il cannoneggiamento contro la “Spia d’Italia” permettendo così la sua conquista da parte delle truppe francesi. Durante la battaglia il Generale purtroppo venne gravemente ferito e venne trasportato a Castiglione, dove fu subito soccorso. Morì tra le braccia amorevoli delle nostre concittadine dopo alcuni giorni di agonia. Oggi riposa nel nostro camposanto assieme ad altri ufficiali dell’Armata francese. Questo l’antefatto. Ma sulla sua morte va evidenziato un grave errore nel sito del Museo Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. È riportata l’immagine della barella con cui fu trasportato a Castiglione e si legge che qui vi morì il giorno dopo (cioè il 25 giugno). Sul suo monumento tombale invece vi è scolpito 30 giugno (quasi una settimana di agonia). Forse vi è stato un errore di calcolo tra il giorno della nascita e il giorno della morte o forse chi ha conteggiato non sapeva il francese. Il primo è il 29 luglio, il secondo è sì il 30, ma di giugno. Con l’evidente diversità degli anni non notata. A conferma di questo vi è in via Marconi al numero 25 affissa una lapide che recita:

“Il Generale Charles Auger
ferito mortalmente
a
Cá Morino
il 24 giugno 1859
nel comandare l’artiglieria
del II° corpo d’armata francese
spirò in questa casa che lo ospitava
il 30 giugno
Italiani ricordatevi dei prodi che giacciono
in questa terra che con noi redensero”

Forse fu proprio il suo insieme a tanti altri casi, molti dei quali risultarono felicemente risolti con la guarigione che ispirarono la creazione di un Comitato Internazionale di Croce Rossa caldamente sollecitato e voluto da Napoleone III. A dimostrazione di questo vi è una lettera telegrafata dall’Imperatore alla moglie, alla fine della battaglia, dopo le numerosissime perdite dei suoi soldati morti o gravemente feriti in quella che viene considerata la più cruenta battaglia di terra della Storia.


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