SOSTA PRIORITARIA
Le Poste italiane perdono colpi, qualità ed efficienza: dopo molti paesi del circondario vittime di ritardi e mancate consegne di corrispondenza e stampa, anche Castiglione questa volta viene chiamata in causa. L’ufficio postale della cittadina versa da circa quattro mesi in un mal funzionamento, causato da carenze endemiche della struttura: il lavoro di distribuzione della posta a Castiglione viene suddiviso in 12 zone, ripartite in 2 aree; ad ogni zona corrisponde un portalettere, questo comporta quindi 12 postini di stanza fissa più un paio complementari assunti con contratti trimestrali o tramite lavori interinali, per coprire i tempi e le zone lasciate libere da giorni di malattia, permessi o ferie. In totale fanno 14 postini. In questo momento però effettivamente lavorano in 11: la zona vacante non è stata ricoperta da assunzioni, ma è rimasta “sul groppone” degli altri portalettere, che devono occuparsi, oltre alla distribuzione nella zona di loro competenza, di coprire “il buco”, gestendo ognuno qualche via della zona vuota. Situazione, questa, ridotta alla staticità da più o meno quattro mesi, con la inevitabile conseguenza di ritardi e talvolta di mancate consegne. Assunzioni nuove, definitive, che vadano a sistemare strutturalmente le mancanze dell’ufficio postale, semplicemente non avvengono. Ogni tanto avviene un’assunzione a carattere determinato e interinale, con prestazioni di tempo limitato, con la conseguenza di non riuscire a imparare il lavoro e senza risolvere quindi il problema in modo definitivo. Punto cruciale e principale causa di questi ultimi mesi del deterioramento snervante dei tempi di consegna è stato il trasferimento del CPO (Centro di Posta Ordinaria), dove viene smistata la posta, dalla classica sede di Mantova a quella di Brescia. Non è una decisione che ha preso il nostro ufficio postale questa, ovviamente, in questo caso, anzi, viene a essere vittima principe dell’enorme accumulo di posta in giacenza dovuto al trasferimento: pensate che una lettera spedita dalla provincia di Mantova deve uscire dalla provincia, essere smistata a Brescia e quindi tornare nella provincia da dove è partita. Non solo, ma il personale del CPO di Brescia si è trovato improvvisamente con molto più lavoro e posta, e non riesce a gestire lo smistamento. Anche qui è in corso una ristrutturazione complessiva che porti un aumento e una nuova distribuzione del personale. Non siamo dell’idea che il “gap” dovuto al trasferimento basti da solo a causare e quindi spiegare la malasalute delle nostre poste: il tempo di consegna di ogni raccomandata, lettera, cartolina è fissato canonicamente in 10 giorni di ritardo. Biglietti d’auguri, buste paga, raccomandate arrivano costantemente oltre i termini di tempo previsti. Gli abbonamenti (Espresso, Panorama, Gente, Diario, Linus, la Civetta,…) diversi giorni dopo la data di stampa. Castiglione si sta allargando, fisicamente e demograficamente, seguendo una crescita costante che sembra inarrestabile, è arrivato ad acquisire lo status di “Città”, ma come per molti altri settori e iniziative, di città per ora possiede solo il nome, mantenendo il provincialismo incapace che la contraddistingue. L’ufficio postale resta quello di un piccolo paese, strutturato in modo da non riuscire a smistare l’enorme mole di lavoro che gli arriva e gestito male da chi non sa pensare la città che è diventata Castiglione. Finora, in seguito all’allargamento a macchia d’olio del centro abitato, non è avvenuto un ripensamento generale “in grande”, che ridefinisca il territorio, il personale e ripensi l’intera distribuzione postale. Se il lavoro aumenta, cominciano i ritardi e pure quelli aumentano progressivamente, si scelgono soluzioni ad hoc, inutili in via definitiva e insostenibili per una soluzione a lungo termine dal personale di postini attuale. La giacenza è spaventosamente grande per l’ufficio di Castiglione? L’allungarsi dei ritardi, che non causano certo solo disagi, pensiamo alla scadenze di bollette e raccomandate, sembra inesauribile? Esiste una zona sempre vacante? Allora urgono soluzioni tempestive e radicali. Il disagio, i ritardi, un mal funzionamento generale ci sono. Nessuno mette in dubbio l’esplodere di problemi burocratici e tecnici dopo lo spostamento del centro di smistamento. Ora tocca all’ufficio postale: il suo compito è di gestire e smistare tutta la posta che arriva, tramite nuove assunzioni o il “ripristino” delle vecchie, visto l’operare di 11 su 14 postini, una nuova distribuzione più grande e più allargata. Il ritardo partirà da Brescia, ma qui da noi è già a quattro mesi.
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