LE CALDE NOTTI DEI
MASSIVE ATTACK

di di Giovanni Caiola / underdog1982@libero.it

Doveva essere ben strana l’acqua che si beveva a Bristol tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, in una cittadina fino ad allora abbastanza avara di artisti musicali rilevanti, scoppiò difatti un’epidemia di creatività sonora davvero eccezionale. Molti i nomi fondamentali che avrebbero meritato un articolo – per restare ai “maggiori”: Soul __ Soul, Portishead, Roni Size e Tricky – ma più di tutti lo meritano certamente i Massive Attack. Daddy-G, Mushroom e 3-D (niente paura, sono i nomi usati dai tre componenti del gruppo) hanno infatti creato un nuovo suono che poi tutti, a Bristol ma non solo, han cercato di imitare, un suono che la critica musicale ha in seguito ribattezzato trip-hop. Una nuova estetica sonora creata prendendo l’hip-hop americano e, previa fusione con il ritmo in levare del reggae virato in dub, rallentandone le ipercinetiche scansioni; detta così potrebbe sembrare una formula matematica ma il risultato è nient’affatto cervellotico: canzoni calde, sinuose, avvolgenti, ipnotiche e – ehm – fumose. Sembra di udire il respiro profondo di una metropoli quando le luci artificiali fan le veci del sole. Ascoltata di notte questa musica può seriamente creare un mondo alternativo dal quale mai più si vorrebbe uscire. I tre debuttano nel 1991, dopo anni d’indolente apprendistato, con il fenomenale Blue Lines e l’impatto è sensazionale. Una meraviglia di disco nel quale i Nostri si permettono pure di “riscoprire” la voce da usignolo del giamaicano Horace Andy che impreziosisce tre canzoni, altre collaborazioni importanti sono poi quelle con Shara Nelson e Tricky. Non credo sia necessario spendere ulteriori superlativi su questo album, dacché dubito che ancora esista qualcuno che non l’abbia sentito. Tre anni ci mettono i Massive per tornare sulle scene ma sono anni spesi bene, Protection infatti è un nuovo botto, i brani si son fatti più stilosi (il pianoforte di Craig Armstrong guida due perle titolate Weather Storm e Heat Mister), più malinconici (ammalianti languori soul-funk innervano Protection e Spying Glass) ed anche più dilatati. Ma sotto questo punto di vista il disco è niente rispetto a quel No Protection nel quale l’album viene rivisitato da uno dei grandissimi in ambito dub, Mad Professor, e dove le canzoni vengono dilatate sin quasi a renderle irriconoscibili e sommamente inquietanti. Terzo capolavoro su tre tentativi, davvero niente male eh? Abbandonati nel frattempo da Tricky (piuttosto alterna la sua carriera da solista, ma regalatevi quantomeno il formidabile Maxinquaye del ’95) i tre iniziano ad avvicinarsi a sonorità più rock – in senso moooolto lato, ovviamente – ed approntano così nel 1998 Mezzanine, parrò ripetitivo ma ancora una volta ci si trova di fronte ad un lavoro impeccabile: è umanamente impossibile resistere alla magia sprigionata da Angel e alla voce di Elizabeth Fraser (ex Cocteau Twins) in Teardrop e Black Milk. A questo punto lotte intestine porteranno 3-D ad essere l’unico intestatario della sigla Massive Attack e, pur gloriosa, codesta a me sembra esser proprio un’altra storia.


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