I CONSIGLIATI DI PEGASO

di di Luca Morselli / hankvoice@hotmail.com

Primo romanzo di grande successo e tiratura del francese Michel Houellebecq, scritto nel 1994 e arrivato in Italia solo nel 2000 per opera dell’editore Bompiani, sull’onda degli ottimi apprezzamenti di critica e pubblico del suo romanzo d’esordio Le particelle elementari. Romanzo breve e circoscritto, le cui pagine raccontano poco più di due settimane di vita del protagonista, anonimo trentenne parigino, programmatore di una grande azienda di consulenza informatica, lavoratore e cittadino qualunque della metropoli francese, personaggio alienato e disperato, vittima di una progressiva depressione divorante che lo porterà al totale oblio di sé e alla perdita di ogni emozione, sentimento, passione. Un capolavoro assoluto che riporta la drammaticità esistenziale dei personaggi di Kafka nel XXI secolo, nell’epoca dei computer, delle transazioni finanziarie e del liberalismo sfrenato del denaro e del sesso. La scelta dell’autore cade inevitabilmente verso un linguaggio grezzo e ruvido, dal ritmo sintattico nevrotico e incalzante. Quello di Houellebecq è Lo straniero del nuovo mondo e della nuova letteratura, inglobato dalla solitudine, soffocato dal nucleo vischioso dell’Individuo, abbandonato nella condizione moderna di scissione dal mondo. L’estensione del dominio della lotta è la condizione umana: i domini che l’uomo deve ottenere e comandare sono il denaro e il sesso, luoghi di lotta per l’affermazione degli uomini e metro di giudizio della loro scala social-gerarchica. L’autore non vuole in alcun modo dare un indirizzo morale e rivendicare più accuratezza di costumi, al contrario, non trova alcun valore dominante prestabilito, non suggerisce strade e vie di salvezza, non crede in un paradiso perduto. La scrittura diventa lo strumento per una critica corrosiva, la carne per il suo materialismo ateo che condurrà il protagonista e il lettore verso la consapevolezza ontologica del nulla eterno, il canto di un pastore errante sull’abisso orrido e sulla luna silenziosa. La narrativa del libro non incontra momenti decisivi, illuminazioni di fatti o eventi scatenanti. Il susseguirsi delle pagine non fa altro che ribadire incessantemente la perdita di senso delle persone e delle cose, l’inutilità del mondo, la caduta di ogni ragione, scopo sociale o fine ultimo dell’umanità. Breve romanzo moderno sulla terrificante esistenza moderna; il vortice che risucchia il protagonista distrugge tutte le nostre visioni e idee, negando drasticamente il fondamento e l’utilità, riguardo ai costumi e le tradizioni, le infrastrutture e i luoghi di svago, i servizi sociali e le relazioni personali: tutto quanto rientra nella contemporanea società edonistica occidentale. Leggerlo vi abbatterà come un pugno nello stomaco. Non potete mancare.


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