BUSI IN CORPO 11

di Flavio Marcolini

È in libreria il volume Busi in corpo 11. Miracoli e misfatti, opere e opinioni, lettere e sentenze (Il Saggiatore, € 22), dedicato dal critico Marco Cavalli allo sterminato corpus letterario di Aldo Busi. Cavalli, che si occupa dell’analisi dei testi di Busi da oltre vent’anni, dimostra di possedere una solida metodologia esegetica, autonoma e priva di inutili appigli referenziali, con un approccio rigoroso ma libero dalle pastoie accademiche che ingabbiano tanta parte dei lavori di questo tipo. E questo per diverse ragioni. Intanto perché quella di Cavalli è una scrittura sorvegliata, scorrevole e coinvolgente (si sente la forma mentis analitica, propria del traduttore dal francese di autori quali Valéry o de Sade), che incolla il lettore alla pagina portandolo in un mondo già straordinario di per sé, al quale sa tuttavia aggiungere il fascino e il gusto della ricerca e del ragionamento. E poi perché questa è la prima monografia sul più noto, seducente e prolifico autore italiano contemporaneo, che non solo ha alle spalle ben trentacinque libri ma partecipa da decenni con voce assolutamente originale al dibattito culturale e civile nel nostro paese, senza risparmiare pulci nelle orecchie ai potenti di turno, i quali non hanno potuto far altro che erigergli attorno un cordone sanitario per arginarne la profetica, prorompente e indefessa volontà di pensare e far pensare. Dopo una cavalcata esilarante attraverso il vissuto dello scrittore, dall’emblematico titolo Una diga in piena, il libro si articola in due sezioni, dedicate rispettivamente all’opera letteraria e al Busi privato. Nella prima scorrono i capitoli dedicati ai singoli testi via via pubblicati, nei quali Cavalli classifica, descrive e analizza uno a uno i romanzi, i libri di viaggio, i manuali per una perfetta umanità, la sceneggiatura e tutti i restanti volumi che rivelano una sorprendente varietà e originalità. Nella seconda viene proposto un dossier ricco di documenti inediti dello stesso autore (fax, lettere private, testi giornalistici). Qui il lettore potrà godersi, tra le altre cose, un autoritratto esilarante e la ricostruzione di alcune clamorose vicende giudiziarie (tra cui il famoso processo per oscenità subìto a Trento nel 1989), le quali in futuro probabilmente saranno lette con la stessa ironia con cui oggi riconsideriamo i processi per oscenità intentati a Flaubert, Baudelaire e Lawrence. Inoltre potrà conoscere alcuni interventi di Busi su argomenti di attualità politica e di costume e, soprattutto, un buon numero di lettere da lui indirizzate a personalità pubbliche, amici e conoscenti, tutti documenti rigorosamente inediti. Chiude il libro una chicca: due racconti mai pubblicati del biennio 1973-1974, in cui già sono presenti la verve stilistica e i temi civili che caratterizzeranno poi le opere dell’autore.


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