NICCHIO DIXIT

di Diego Albano

INTERVISTA A GUERRINO NICCHIO, DIRETTORE GENERALE DEL PRESIDIO OSPEDALIERO “SAN PELLEGRINO”

Mi parli della situazione attuale: quali sono i reparti in funzione al San Pellegrino?
Attualmente sono in funzione cinque unità operative: medicina, chirurgia generale, cardiologia, ortopedia, terapia intensiva e rianimazione. Inoltre abbiamo i servizi di Pronto soccorso, un laboratorio di analisi con centro prelievi, la diagnostica per immagini (tra cui radiologia e risonanza magnetica), la dialisi e un servizio molto ampio di poliambulatori specialistici.

Sono stati anche chiusi dei reparti.
Le attività che le ho elencato sono le sole legittimate dalla Regione Lombardia. Non possiamo né aggiungerle né toglierle. Per esempio in medicina abbiamo 30 posti letto: se volessi aumentarli o diminuirli, non potrei. Possiamo solo migliorare i servizi che già abbiamo.

Le Rsu lamentano la situazione incerta del personale. Si dice che la gente fugge. Inoltre parte del personale infermieristico è assunto con contratti “anomali”.
Tutto il nostro personale è assunto con il contratto di sanità privata. Chi non lavora più con noi o è andato in pensione oppure si è trasferito per motivi familiari. Inoltre abbiamo assunto nuove persone. Su 360 operatori, 304 dipendono dal Poma, e 51 sono nostri con contratto di sanità privata. Abbiamo soltanto 5 extracomunitari assunti a tempo determinato.

E riguardo ai medici “gettonisti”, chiamati solo per le singole prestazioni?
Questi medici, in parte del Pronto Soccorso, fino a qualche tempo fa erano tutti gettonisti. Dal primo marzo abbiamo un assetto di medici stazionari interni, dipendenti della struttura.

Avete anche diviso il 118 dal pronto soccorso.
Il 118 è gestito dall’azienda Poma. Noi abbiamo dato solo l’alloggio interno per il 118.

Qual è il futuro del pronto soccorso? Chiuderà?
Il pronto soccorso non ha alternative: va potenziato e migliorato, anche perché ritengo sia il biglietto da visita di ogni ospedale per acuti che si rispetti. Da noi sono aumentati i ricoveri interni da pronto soccorso, segno di una rapporto di stretta collaborazione tra pronto soccorso e struttura ospedaliera. Riguardo alle attese al pronto soccorso, la Regione ha dato una serie di input di priorità (i cosiddetti codici bianchi, verdi ecc.).
Alcuni vengono al pronto soccorso invece che andare dal medico di famiglia, magari per un mal di schiena. Ovvio che questi codici bianchi spesso devono aspettare.

Secondo l’osservatorio provinciale sulla sanità, anche al San Pellegrino si registrano tempi di attesa lunghi per alcune prestazioni. Avete dati precisi sui tempi d’attesa? Si sta lavorando per accorciarli?
A livello provinciale siamo sicuramente i meno peggio. Bisogna poi analizzare i tempi d’attesa, e vedere se sono per le prime visite o per le visite di controllo. Faremo delle agende separate in modo da distinguerle. E’ vero che i tempi per alcune prestazioni sono un po’ lunghi, per esempio Cardiologia e in parte ortopedia. In entrambi i casi stiamo riorganizzando il servizio in modo tale da rientrare in tempi accettabili.

A che punto sono le ristrutturazioni?
Abbiamo già fatto la risonanza magnetica, ed entro aprile verrà attivato il servizio di Emodinamica con il reparto di gastroscopia o endoscopia; abbiamo infine ristrutturato il day hospital oncologico. A breve sarà la volta del palazzo, qui in via Garibaldi, destinato ad ospitare l’SPDC. Verranno infatti raggruppate tutte le attività di psichiatria che rimangono in gestione al poma: SPDC (prevenzione, diagnosi e cura), CPS (centro psico sociale) e neuropsichiatria infantile. Questo perché non vorremmo interrompere nessuna di queste attività.

Non è ancora stato pubblicato il bilancio aziendale.
Siamo in chiusura di bilancio. Riteniamo di poter chiudere il primo anno tendenzialmente in pareggio.


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