SCOVOLO

di Luca Cremonesi

Il 14 aprile è stato presentato a San Felice del Benaco (BS) il libro fotografico Scovolo, del “nostro” Dario Lanzetta. Dario è un giovane artista poliedrico e incandescente: musicista, pittore, scrittore, fotografo, performer di talento e, soprattutto, persona carica di energia - ne ha da vendere, ed è contagiosa. Vi consiglio di dare un’occhiata al suo sito personale, www.dariolanzetta.it, per scoprire parte della sua interessante produzione. Dario ha lavorato 3 anni al progetto Scovolo e il risultato è ottimo. Fotografare, in bianco e nero, San Felice del Benaco, fotografarne le vie e i volti degli abitanti, per scoprire la tradizione e la storia del piccolo comune lacustre. Scovolo, antico nome di San Felice, è il risultato di uno sguardo appassionato: Dario ama la storia e il racconto che l’immagine ci restituisce. Non è un caso, dunque, che i volti fotografati siano quelli degli anziani; in quelle rughe si esprime l’anima del racconto che diventa così l’essenza, immanente e non trascendente, di queste immagini. L’attimo che nel tempo si blocca per eccedere la narrazione si dilata nei volti, mentre nell’immagine il tempo narrato si trasforma in blocchi di sensazioni. Quello che avviene è una metamorfosi implacabile che nelle fotografie di Dario acquista corpo e spessore: una fotografia potente nel suo eccedere il tempo, una fotografia sacra, non santa. L’opera di Dario non costruisce idoli atti a popolare il cielo che non possiamo abitare, ma ci ricorda la contingenza di ogni forma di vita che popola la terra. C’è una foto con alcuni anziani intenti a giocare a bocce che, a mio avviso, è la summa di quanto affermo: qui tempo e narrazione si bloccano creando un nuovo piano spazio-temporale che ci porta direttamente nel passato, in un passato però che non esiste se non come ricordo (la fotografia, infatti, è del 2004). Anche la scelta di fotografare i volti degli anziani non scade mai nella retorica. La sacralità dei loro volti è, dal mio punto di vista, fonte di continua emozione. La moderna società dell’immagine è concentrata ormai solo sui tecno-corpi, e cioè i corpi rifatti e ritoccati. Non è un male ben inteso, ma ciò che si perde e si dimentica è proprio il corpo, il grande rimosso della nostra cultura occidentale. In particolar modo il corpo è ciò che il mondo cristiano ha voluto dimenticare e perdere perché il Vangelo è un testo che, se riletto con occhio non medievale, è ricco di corpi e di pensiero sul corpo (un esempio su tutti: si mangia il corpo e si beve il sangue di Cristo). Il volto degli anziani bisogna vederlo in un aperto confronto con il suo divenire che ci ricorda il nostro divenire. Scovolo (che trovate a Castiglione delle Stiviere in omaggio presso Libreria Pegaso - C. C. Benaco - e Caffé Margherita - Piazzale Resistenza) si apre con un’ottima introduzione del “nostro” Eliseo Barbàra, il quale ha anche curato con Dario Lanzetta la mostra di San Felice del Benaco.


Commenti »

Ancora nessun commento

feed RSS per i commenti a questo articolo.

Lascia un commento


Attenzione: i commenti compariranno sul sito previa approvazione del moderatore

Righe e paragrafi vanno a capo automaticamente, l’indirizzo e-mail non viene mostrato, HTML è permesso: <a href="" title="" rel=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <code> <em> <i> <strike> <strong>