AMORE: LE PAROLE PER DIRLO
Forse leggere su una locandina “concerto d’arpa” e, poco più in là, “letture di poesie” non rende l’idea dello spettacolo a cui effettivamente si può assistere: questo è stato sicuramente uno dei motivi che ha fatto desistere il pubblico a partecipare a uno degli eventi del Maggio Musicale Castiglionese in programma nel pomeriggio di venerdì 12 maggio. Scarsi, infatti, sono stati gli spettatori di quella che è stata invece una manifestazione davvero incantevole: già la cornice, così consona, del grazioso cortile del Museo della Croce Rossa Italiana ha reso accattivante l’idea di starsene seduti un’oretta avvolti da un clima clemente, né troppo soleggiato, né troppo fresco, ad ascoltare parole e musica così ben amalgamate. Una musica, quella dell’arpa, che evoca sensazioni naturalistiche di acque in movimento e di pace dell’animo: tanto più quando è suonata da una vera professionista, Cristina Ghidotti, che vanta nel suo lungo curriculum anche una tournèe con Salvatore Accardo. Le parole, quelle delle poesie d’amore, in perfetta fusione con lo strumento, sanno suscitare sentimenti in cui tutti possiamo ritrovarci rivivendole in maniera personale, ognuno con le proprie esperienze e i propri ricordi; a leggerle Ilaria Feole e Alessandro De Silvestri, già protagonisti di numerosi reading tra cui due eventi del Maggio Musicale dello scorso anno, con alle spalle anni di scuola dell’attore e partecipazioni ad eventi teatrali di diverso genere. La scelta dei brani musicali – che ha spaziato da motivi classici ad alcuni più “sperimentali” – si è sposata bene con la selezione delle poesie che, divise in cinque sezioni dalla fase dell’innamoramento fino a quella dell’abbandono, hanno cavalcato secoli di parole d’amore partendo dal Cantico dei cantici, passando per i poeti della tradizione come Catullo, Dante Alighieri, Petrarca e Shakespeare, fino ai più moderni come Emily Dickinson, Edgar Lee Masters e Tagore per arrivare ai grandi contemporanei fra i quali Eluard, Montale, Prevert e Neruda. Chi scrive è rimasta particolarmente affascinata sia dall’arpa, strumento musicale che è sicuramente impegnativo da suonare che dall’interpretazione delle poesie che, pur lette da due giovani, ha saputo rendere omaggio al sentimento principe della vita. Insomma, uno spettacolo davvero godibile e, singolarmente, personalizzato, per lo spazio che ha lasciato agli spettatori di far proprie le sensazioni che sono scaturite dalle melodie dello strumento e delle parole, indipendentemente dalla conoscenza della musica e della poesia. Con la viva speranza che si possa replicare in futuro, consiglio caldamente a chi se l’è perso di non mancare ad un appuntamento così coinvolgente.
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