LONATO
ATTACCO EDILIZIO A MAGUZZANO

di Carlo Susara

Da Lonato ci sono più strade che portano verso il Lago di Garda. Una di queste sbuca fra Desenzano e Padenghe, più vicina a quest’ultima cittadina; poco prima d’arrivare al Lago passa da una frazione di Lonato
che si chiama Maguzzano: il toponimo deriva probabilmente dal celtico Magos, a testimonianza della lunga storia alle spalle di quel luogo miracolosamente rimasto illeso dalla speculazione edilizia.
Ad arricchire il quadro, in senso letterale se state leggendo, ma in senso paesaggistico vero e proprio se avrete l’occasione di passarvi, c’è adagiata in questo anfiteatro naturale, che ha per confini ideali la Rocca di Lonato da una parte ed il Lago dall’altra, un’abbazia ricca d’arte le cui origini risalgono al V secolo anche se le forme attuali sono di periodo rinascimentale; questo luogo ha visto Napoleone Bonaparte nel 1796 e, dopo varie vicissitudini, venne riaperta al culto nel 1904; d’aggiungere a questo, c’è anche l’importanza naturalistica della zona vicina all’abbazia: l’attiguo Monte
Reciago custodisce infatti una delle rarissime zone umide collegate al Lago da un corso d’acqua, senza contare che l’antropizzazione del territorio circostante sia esclusivamente quella agricola da centinaia d’anni.
Il futuro di questo angolo incontaminato è in serio pericolo: speculatori tessono le loro trame e da tempo spingono per costruire abitazioni (chiaramente non prime case) in tale privilegiata posizione; una prima avvisaglia c’è già stata, favorita da una dimenticanza burocratica della precedente giunta comunale: ai piedi della Rocca è quasi ultimata una nuova costruzione in stile rurale che c’è da sperare non sia l’inizio di una più sistematica devastazione.
Su tutta la zona dell’abbazia c’era il progetto di un PLIS (Parco Locale ad Interesse Sovracomunale) che l’attuale amministrazione lonatese ha ben pensato di abbandonare, anche se c’è da dire che col nuovo PRG da poco adottato la zona sia stata inserita in un’area omogenea denominata tecnicamente E4: i territori sotto questa sigla godono di particolare tutela, restano identiche le protezioni che avrebbero avuto col parco e sono permessi ampliamenti “solo” del 20% in volume fino ad un massimo di 450 metri cubi per gli edifici rurali (come per il parco, appunto).
Ciò comunque non lascia tranquilli per numerosi motivi: anzitutto questa situazione varrà solo fino al 2009 quando il Comune dovrà dotarsi di un piano di governo del territorio (strumento che sostituirà il PRG), in secondo luogo un ampliamento generalizzato del 20% per gli edifici presenti vorrebbe già dire snaturare il territorio.
Che per il 2009 ci sia una giunta di centrodestra, come ora, o una giunta di centrosinistra, come la precedente, forse non cambierà molto i destini della zona: la precedente amministrazione ha avuto, come già detto prima, delle amnesie burocratiche pericolosissime qualora dovessero ripetersi; l’attuale amministrazione ha pensato bene di non dotarsi dello strumento del parco e, nonostante abbia inserito la zona in questione in un ambito di particolare tutela, ogni azione è da intendersi con un preciso significato. Per salvare Maguzzano, l’Abbazia e tutta la zona circostante non resta che dar man forte al comitato di tutela formatosi, seguirne e appoggiarne le iniziative: restare indifferenti vuol dire essere complici.

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