CASTIGLIONE
DOPO LA PASSEGGIATA SUL SENTIERO DI GROLE
PARLANDO DI TERRITORIO CON GIORGIO MUTTI

di Dario Ferrarini

Nel vedere le fotografie esposte a Palazzo Menghini durante la mostra di Giorgio Mutti sembrava quasi di essere proiettati in un mondo irreale, dove paesaggi naturali incontaminati fanno da sfondo a una fauna che solitamente è rarissimo incontrare. Sembra impensabile che proprio nel territorio in cui viviamo, talvolta a pochi metri da noi, si possano nascondere simili bellezze, che siamo abituati a vedere solo sui libri di scuola. E invece ci sono, a testimoniare una ricchezza naturale spesso dimenticata. Una ricchezza che Giorgio Mutti ha voluto vedere in prima persona, dedicandosi ad una professione che necessita di grande costanza, ma allo stesso tempo dà grandi soddisfazioni. Il suo lungo lavoro gli ha anche permesso di osservare da vicino i cambiamenti che negli ultimi decenni hanno trasformato il territorio morenico: una testimonianza importante in un momento in cui si fa molto parlare di territorio, soprattutto a Castiglione, e che ci può offrire importanti parametri per il futuro: “Dobbiamo oggi constatare – spiega Giorgio – che moltissimi ecosistemi nel nostro territorio si sono drasticamente ridotti, quando non sono scomparsi del tutto: mi riferisco in particolare alle numerose zone umide e torbiere un tempo presenti a Castiglione, ma anche alle zone boschive e ai prati aridi, così tipici dell’anfiteatro morenico. Spesso si ignora che anche il continuo taglio di piante come gelsi, platani, pioppi e bagolari vicino ai campi significa anche eliminare la possibilità di nidificare per molti uccelli come cinciallegre, upupe, assioli e capirosse, solo per citarne alcuni. Si tende quindi a togliere progressivamente tutti quegli ambienti marginali alle zone coltivate che rivestono invece grande importanza dal punto di vista naturalistico. Credo che questo sia dovuto principalmente ad una mentalità sbagliata nella gestione del territorio, per cui questi ambienti sono considerati esclusiva proprietà di chi possiede l’appezzamento di terreno nel quale si trovano, anziché un bene comune, da rispettare e tutelare, pur nel rispetto della proprietà privata. Un altro grave problema è quello della chiusura dei sentieri, che costituisce una limitazione inaccettabile per coloro che vogliono godere del nostro territorio”. Ed è proprio su questo problema che nel mese di maggio si è mobilitato il Comitato di Salvaguardia del Territorio, organizzando una passeggiata aperta al pubblico attraverso il sentiero che dal Castello arriva a Grole, passando per le zone Belvedere, Morei, Monte del Signore e Valle Scura. L’iniziativa è stata volta a sensibilizzare i cittadini sui sentieri naturali di Castiglione, ed ha interessato anche il sentiero Fontane Alta-Grole, da poco ripristinato grazie all’intervento di molti cittadini e del Comitato, il quale aveva espresso la sua forte contrarietà alla richiesta, effettuata da un privato cittadino, di recintare una parte del bosco del Monte del Signore, rendendolo così completamente inagibile. Il sentiero era già stato ostruito dalle recinzioni tre anni fa, poi riaperto in seguito alle proteste del Comitato e di molti cittadini: si tratta infatti di un sentiero storico delle colline moreniche, citato in tutte le cartografie sia urbanistiche che militari, e utilizzato, nel corso degli ultimi cinquant’anni, da molti castiglionesi e non solo. A parere di molti cittadini anche la parte sud del Monte del Signore deve essere aperta, essendo stata recintata alcuni anni fa. Nella stessa passeggiata i cittadini hanno anche constatato l’abbattimento del muretto che dalla strada di Grole va verso il bosco del Monte Castellina: tale muretto sarà sostituito dal sentiero denominato “Sentiero n.1-da Palazzina a Grole confine con Solferino”. Iniziative importanti, che hanno lo scopo di rendere una tutela ambientale già espressa dalla creazione del Parco Locale di Interesse Sovracomunale, concreta ed effettiva, e allo stesso tempo di promuovere l’idea di un territorio alla portata di tutti.


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