I CONSIGLIATI DI PEGASO
COME TI SEI RIDOTTO
..Modesta proposta di sopravvivenza al declino della nazione..
di Curzio Maltese
prefazione di Giorgio Bocca
Curzio Maltese ha scritto un libro di “pasoliniana” memoria, un quadro disinteressato e demistificante tinto d’ironia e spirito intellettuale. Puntualmente attento ad ogni sembianza della nostra Italia, la penna tagliente di Maltese da forte adito alla propria formazione giornalistica, denudando gli ultimi 25 anni di storia italiana dai velli dorati di un potere che annienta le coscienze ed annebbia le memorie. Giovani, schiavi, donne e ladroni trovano il loro posto nella vetrina italiana; l’inquisizione “maltesiana” smaschera i sistemi che regolano il potere. Come ti sei ridotto, nella ragione o nel torto, propone un taglio prospettico nuovo tramite cui guardare l’Italia e gli italiani: la patria postbellica dipinta in queste 113 pagine è un paese torturato dall’eterno ritorno di un fascismo metamorfico, prostituito dalla corruzione e lobotomizzato dal braccio mediatico dello Stato. I riferimenti e le critiche al “berlusconismo” sono insistenti e feroci, ma nel passato risiede ad ogni piè sospinto l’elemento di studio da cui partire per spiegare la contemporaneità e al passato appartengono altri protagonisti cui non viene risparmiato nulla, al pari di Berlusconi. L’intrinseca concezione pragmatica della storia attribuisce alla narrazione di Maltese una piacevole venatura illuministica, ponendola al di fuori da discriminazioni di partito. Dalle quote rosa a tangentopoli, passando per le più indicative manovre all’italiana, il giornalista milanese conia neologismi, propone tesi e chiavi di lettura: la cattiva arte de “l’arrangio” e de “l’arraffo”, il nuovo stereotipo dell’italiano medio, lo “schiavo contento”, sono solo alcuni dei concetti più significativi introdotti in questo libro. Curzio Maltese ravvisa nelle patologie italiane di fresca data moventi radicati nel tempo o caratteristiche costanti della nostra storia; se ne ricava una critica intellettuale a stampo giornalistico di facile lettura (grazie alla padronanza linguistica e stilistica dell’autore) la quale, tuttavia, non disdegna digressioni di carattere etico, economico, religioso e sociale; poiché: il trattar di politica, di questi tempi, richiede la necessaria capacità di lambire mondi differenti ed apparentemente lontani nel tempo. La speranza che traversa la raffigurazione del dramma italiano è quella di riveder fiorire l’Italia post-bellica in grado di primeggiar e nell’economia e nell’arte, l’Italia del secondo dopo-guerra per intenderci, quella Italia luccicante d’idee, “lumi” e verità che ha saputo risollevarsi dalle ceneri di una guerra suicida ed orribile. Può la nostra donna di bordello perseguir gli stessi fini? Possono gli italiani smettere d’adorar fantocci?
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