MONTICHIARI UN BUCO NELL’ACQUA

di Paolo Capelletti

Certe volte l’apparenza inganna. Non sempre, però, questo significa che la realtà sia meglio di quanto la superficie faccia sospettare; capita che si pensi male badando solo alle sembianze ma che, in realtà, sotto il loro velo le cose stiano addirittura peggio di quanto si ritenga. Durante la campagna elettorale di due anni fa per le elezioni comunali di Montichiari mi incuriosì come l’amministrazione in carica, allo scopo di raccogliere consensi per riconfermarsi, come poi sarebbe avvenuto, operava massicce modificazioni dell’arredo urbano che, col senno di poi, avrebbero tardato ad essere completate (in alcuni casi ancora non è avvenuto). Avendo avuto modo di discutere con alcuni dei facenti parte della giunta comunale uscente e con candidati nelle liste elettorali per quella da formare, mi trovai ad esprimere perplessità in merito all’edificazione di una pittoresca fontana al centro della rotonda di via Brescia; per la verità ero piuttosto sconcertato dal punto di vista estetico, diciamo che (e se avete avuto la fortuna di passare davanti al Centro Fiera di Montichiari lo saprete anche voi) l’ultima cosa che si possa dire della fontana è che sia un bel vedere. Si tratta di un’installazione di mattonelle autobloccanti strutturate a piccoli gradini sopra le quali un reticolato in filo metallico attende che un pianta rampicante ne riempia gli interstizi; all’interno dei getti d’acqua puntano verso il cielo in una coreografia che, se c’è, non si vede ma contribuisce ad accrescere la pericolosità di un tratto stradale, già reso cieco dall’imponenza dell’insieme, bagnando l’asfalto quando tira anche solo una leggera brezza. La ciliegina sulla torta la mette uno strano palo metallico che spicca proprio dal centro della fontana reggendo, a qualche metro da terra, una lugubre quanto inspiegabile croce luminosa di un burlesco color viola sormontata da una corona stilizzata in coordinato, visibili, chissà poi perché, solo se si proviene da Brescia. Quello che, però, non immaginavo e mi venne riferito mi fece capire che il problema di offendere il buon gusto non è affatto principale nella questione: la rotonda fu ornata, per così dire, secondo un’iniziativa proposta all’amministrazione dal giardiniere artistico Novello, a spese dello stesso privato che l’ha ideata ma, secondo il contratto, le spese di manutenzione dell’opera furono accordate in un pagamento intorno ai 5000 euro l’anno per i successivi cinque anni (accordo ovviamente passibile di rinnovo). Se si spende un attimo a considerare la composizione già descritta della struttura si evince facilmente che si tratta di componenti che non necessitano di particolari interventi per garantirne la conservazione. La cifra garantita non è indifferente e il sospetto che non venga interamente spesa per il bene di noi cittadini sorge spontaneo. Nei primi mesi di vita della nuova meraviglia, inoltre, vennero appesi a circondarla degli striscioni pubblicitari dell’azienda costruttrice, pubblicità che non manca nemmeno nelle numerose colonnine che fanno da rifinitura all’opera recando il logo della suddetta azienda. Ammetto che si tratta solo di un dubbio, ma siamo sicuri che i costi per l’esposizione di questa pubblicità vengano pagati alle casse comunali? Non è certamente previsto che il sistema di assegnazione delle opere pubbliche alle aziende private si svolga secondo termini simili, il precedente lascia adito almeno a facili ironie anche sugli altri interventi che hanno allietato gli scorsi mesi della cittadinanza monteclarense, particolarmente nel caso degli abbellimenti accessori come le grottesche colonne della (ahinoi) fu Piazza Garibaldi o nell’identica vicenda della fontana sulla rotonda di via Europa. Chi scrive è certo che fare della dietrologia sia fuori luogo, perché a pensar male si fa peccato, ma talvolta…


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