ELEZIONI
“PROVINCIA, UN TERRITORIO”
L’ABBIAMO SCAMPATA BELLA

di Marzia Sandri

Se, da parte di alcuni si grida alla “vittoria virtuale” per il fatto che un movimento trasversale nato dal nulla e a poca distanza dalle consultazioni amministrative, sia riuscito a far tremare i polsi allo schieramento uscente (fino a poco prima sicuro della riconferma), alla resa dei conti, i fatti parlano chiaro: il succitato movimento le elezioni le ha perse e suoi sono i consiglieri che oggi siedono sui banchi dei perdenti. E ci perdoni chi si consola con le vittorie virtuali, ma per noi questa è la sola cosa che conta veramente. Sì, perché, questa volta, più di ogni altra, l’abbiamo proprio scampata bella. E il rischio non era di quelli da poco, soprattutto per il territorio dell’Alto Mantovano e per tutti coloro che hanno a cuore la salvaguardia dell’ambiente unico e prezioso delle colline moreniche e che oggi (e per i prossimi cinque anni) avrebbero potuto vedere la Provincia in mano a chi, dai banchi dei locali consigli comunali, di danni all’ambiente riesce a farne già fin troppi. Proprio loro, che non vedevano l’ora di poter dare il via libera – a se stessi e ai propri affiliati – per poter fare man bassa e cogliere a piene mani anche lì dove, fino a questo momento, l’ente sovracomunale gli ha creato qualche difficoltà. Bastava guardare, nei giorni successivi al voto, la faccina triste di chi tanto si è dato da fare per favorire l’imporsi del fantomatico movimento “Provincia, un territorio” (da devastare?) e che il risultato impietoso delle urne ha privato di cariche importanti e determinanti sul piano dell’acquisizione di nuovo potere (serve far nomi?), per capire l’entità della posta in gioco. Certo, la sconfitta dell’improbabile coacervo capitanato dall’ex socialista Nanni Rossi è venuta dalla pianura e non già dai collegi locali. E questo è un dato significativo. Significativo soprattutto del fatto, triste e sconfortante e che ancora oggi appare difficilmente sradicabile, del persistere della rassegnata e legittimata convinzione dei più, molto diffusa da queste parti, che a far politica non possano essere che quelli che dalla politica traggono i propri interessi e che, quindi, sia meglio farseli amici e appoggiarli, “che non si sa mai”. Ma un altro segnale emerge, e questa volta positivo, e viene da quella parte del centro-destra che in questa occasione, trovandosi a dover votare pescando nella schiera allineata di personaggi le cui commistioni tra pubblico e privato interesse giocati da comune a comune sono ben noti a tutti, ha scelto consapevolmente di non andare a votare o di apporre la propria croce sulla coalizione generalmente considerata avversaria. È su tutti questi, che hanno dimostrato di saper pensare con la propria testa, di saper andare oltre le consuetudini e le scelte radicate, di saper discernere sulla qualità delle persone da eleggere, in base a princìpi e valori e non sull’onda degli interessi e della convenienza personale, che contiamo nell’andare incontro ad un futuro in cui la politica sia scelta vera e consapevole e non adesione cieca ad un partito al di là di ogni ragionevole opportunità. Tutti questi noi ringraziamo e su tutti loro facciamo affidamento affinché ora si eserciti, da parte dei cittadini, un reale controllo su chi ci governerà da oggi, affinché ciò che è stato promesso sia mantenuto. Perché questo loro “tradimento” non sia reso vano, ma sia offerto sull’altare del loro amore per l’ambiente in cui sono nati o in cui hanno scelto di vivere e di far crescere i propri figli.


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