MONZAMBANO
UN ASILO PICCOLO PICCOLO

di Marzia Sandri

E dopo le autocelebrazioni, l’autoesaltazione, i complimenti passati di mano in mano nella maggioranza al termine dei lavori della nuova scuola elementare di Monzambano, ecco che i nodi cominciano a venire al pettine. E il primo nodo si chiama scuola materna.

È cominciata in sordina, quasi in punta di piedi la protesta delle mamme di alcuni bambini che frequentano la scuola materna di Castellaro Lagusello ma, dopo il botta e risposta che da alcune settimane si alterna sulla stampa locale, la questione, giunta ormai alla temperatura critica, è pronta a scoppiare. Ad accendere la miccia di quella che per il Comune di Monzambano si prospetta essere una vera e propria bomba, è stata una mamma che, con una lettera indirizzata ad una testata locale, definisce la scuola materna sita nel borgo più bello d’Italia come “la scuola dell’infanzia meno bella d’Italia” riferendosi “alla scarsa funzionalità e inadeguatezza dell’edificio” dato anche che la struttura ospita non solo bambini residenti nella frazione ma di tutto il territorio comunale. La questione appare tanto più grave dato che il nuovo plesso scolastico del comune mantovano dagli esorbitanti costi – sono stati previsti ufficialmente investimenti pari a 7.200.000 euro senza contare le spese impreviste – ospiterà la scuola primaria e secondaria, ma non prevede spazi per la materna che è destinata a rimanere quella stessa piccola struttura che oggi è attiva nella frazione di Castellaro. E proprio gli altissimi costi che l’amministrazione deve affrontare per poter portare a termine il nuovo plesso sono i motivi dietro cui si trincera il sindaco Maurizio Pellizzer che, in risposta alle lamentele, ha dichiarato che “l’edificio è stato recentemente ristrutturato e risulta adeguato, sentita la direzione didattica, ad ospitare le due sezioni con i 48 bambini iscritti” e che comunque, “visto lo sforzo organizzativo e finanziario preso per far fronte agli impegni assunti per la realizzazione delle nuove primarie e secondarie” la cifra necessaria a trasferire, come si era proposto, la materna nelle ex scuole di Castellaro, ora quasi abbandonate, “è troppo elevata”. Insomma, dato fondo a tutte le risorse – e anche di più visto che per poter pagare le rate del mutuo il Comune è costretto a vendere l’edificio che oggi ospita le scuole medie – per realizzare quella megaoperazione elettorale che è stata il nuovo plesso, di soldi per far fronte ad altre necessità, per quanto impellenti, non ce ne sono più. E poco importa che con le prossime lottizzazioni previste tra Monzambano e le frazioni la popolazione subirà presto un decisivo aumento e che tutte le vicine scuole materne, da Ponti a Volta, allo stesso asilo comunale di Monzambano, siano ormai sature, tanto, come la stessa dirigente scolastica Maria Domenica Antonini ha candidamene ammesso, “non si tratta di scuola dell’obbligo”. Della serie: non è un nostro problema, arrangiatevi. E arrangiarsi per le mamme che dall’anno prossimo non troveranno posto per i loro bambini vorrà dire recarsi tutte le mattine in qualche lontano comune. Del resto nessuno studio di previsione è stato fatto per valutare l’entità dei bisogni di una popolazione crescente, né si è pensato a come far fronte ad un problema destinato a far sentire il suo peso. “Ubi maior, minor cessat” dicevano i latini e per l’attuale amministrazione era sicuramente “maior” garantirsi la rielezione gettando negli occhi della gente il fumo della megascuola da 15 miliardi di vecchie lire. Ma nessuna paura: a sistemare tutto penserà il sindaco Pellizzer che si è personalmente impegnato a provvedere alla questione entro la fine del suo mandato. Pacificate, dunque, gli animi, cari concittadini, da qui al 2010 la strada è ancora lunga.


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