CASTEL GOFFREDO - DIVIETO DI SOSTA ALL’AMMINISTRAZIONE

di Damiano Cason / damiano@grassiellenti.it

Recentemente il Sindaco di Castel Goffredo, Anna Maria Cremonesi, è stata intervistata direttamente dai lettori in uno spazio apposito sulla Gazzetta di Mantova. Ne è nato un caso. Come molti avranno notato, agli ingressi del paese è stato posto un nuovo cartello: “È proibita la sosta alle carovane dei nomadi su tutto il territorio comunale”. Il cartello ha suscitato molte perplessità, così il Consigliere di minoranza Cleopatra Giazzoli ha chiesto al Sindaco il perché di questa misura; la risposta: “Perché vogliamo difendere i cittadini pacifici, onesti e inermi da individui che da secoli vivono per loro libera scelta di furti, borseggi, accattonaggio e anche rapimenti di bambini”. Questa frase ha fatto infuriare le associazioni di nomadi (in particolare sinti e rom), che hanno promesso azioni legali se l’amministrazione non ritirerà il cartello e le dichiarazioni incriminate. A questo punto, a difendere la posizione assunta dal Sindaco, è rimasto il solo Vicesindaco Roberto Lamagni: “[…] È dovere di un’amministrazione sana di mente difendere la propria comunità da questi nomadi di cui tutti conoscono lo stile di vita: se non sono ladri, rendano pubblica la loro dichiarazione dei redditi, così capiamo come fanno ad avere in molti casi auto di lusso“, “Pensare di costruire con questi volontari una cultura dell’accoglienza non m’interessa. A interessarmi, invece, è che gli zingari stiano fuori dai confini di Castel Goffredo. Solo così ci sentiremo tutti più tranquilli”. Da notare che il Sindaco, visto che lascia la difesa di quelle frasi al signor Lamagni, deve già essersi pentito di essere andato così a fondo. Ne possiamo dedurre che un partito della maggioranza avrà fatto pressione per ottenere l’ordinanza (evidentemente e necessariamente la Lega), sull’onda di altri paesi del nord (il caso del Sindaco-sceriffo di Adro, che ha messo delle taglie sui clandestini, e del Sindaco di Schio, coinvolto invece in un caso più simile al nostro). Nelle sue dichiarazioni il Vicesindaco lamenta, tra l’altro, la presenza di una normativa sul razzismo che permette a queste associazioni di puntare il dito su certi fatti; probabilmente ha ragione: la normativa dovrebbe essere molto più severa, visto che può permettersi di rilasciare certe dichiarazioni ai giornali. La vicenda è oltretutto paradossale. Queste dichiarazioni non possono nemmeno essere considerate utili ai fini dell’amministrazione. È evidente che il paese sta facendo una grossa figuraccia. Il centrodestra a Castel Goffredo gode di un ampio consenso, ma dubito fortemente che la maggioranza della popolazione, se anche pensasse certe cose, andrebbe a dichiararle apertamente ai giornali. In genere l’intolleranza viene mascherata, striscia per le vie senza che i media se ne accorgano o se ne vogliano accorgere, viene ridotta a piccoli episodi giornalieri. Ma quando certe parole arrivano al pubblico direttamente dalle bocche degli amministratori, significa che la situazione potrebbe diventare insostenibile (com’era? Violenza genera violenza?…). È evidente che in Italia esiste una folta schiera di persone che (spesso aggirando la legge, che magari nemmeno conoscono) cerca di frenare il processo di integrazione richiesto dalla società moderna (vedi anche gli articoli di Paolo Capelletti sulla burocrazia di Montichiari).
Alla prossima puntata…


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