MARIO CAPANNA A CARPENEDOLO

di Marina Beatini

Venerdì 16 febbraio il Comune di Carpenedolo, nella ormai conosciuta cornice della Sala Polivalente di Palazzo Laffranchi, ha ospitato Mario Capanna: leader del Sessantotto, uomo politico, scrittore, attualmente presiede il Consiglio dei Diritti Genetici (organismo di ricerca e comunicazione sulle biotecnologie). A Carpenedolo ha presentato il suo ultimo libro Coscienza globale (ed. Baldini&Castoldi, 2006). Come immaginavo, il carisma, le idee e la popolarità dell’autore hanno decretato un incontro molto partecipato, vivace e ricco di discussione. Ma veniamo subito alla sostanza della serata: Capanna inizia affermando che viviamo in una tristezza esistenziale, siamo obesi nella mente. Questa, secondo l’autore, la condizione dell’uomo dimidiato cioè dell’uomo dimezzato che conosce il mondo attraverso i media: l’orgia tecnologica delle TV, dei cellulari, di internet….Mezzi che non sono il male assoluto di per sé, ma che utilizzati eccessivamente, erroneamente e manipolati da chi detiene il potere producono una conoscenza frammentaria, incompleta e falsata che priva il soggetto degli strumenti necessari per capire i retroscena dei fatti. I TG cosa raccontano? La mondofiction che ci tranquillizza e non ci fa pensare al miliardo di esseri umani privi di acqua potabile; al miliardo senza assistenza medica; alle cause delle enormi disparità di ricchezza tra nord e sud del pianeta. Si crea così una coscienza separata, propria di chi perde le interconnessioni fra il proprio agire e le conseguenze che esso ha sul mondo e sugli altri esseri viventi. Si vive solo l’immediato presente, i fili col passato sono tagliati e sul futuro è meglio non interrogarsi. In pratica stiamo globalizzando tutto (persone e merci), fuorché la coscienza. L’economia e la politica che ruolo giocano in questo panorama sociologico poco allettante? Dal punto di vista economico si produce per consumare. Nella logica del profitto (la più diffusa e che ha ormai preso il sopravvento su tutti gli ambiti della nostra vita), la natura non è più parte preziosa ed insostituibile della nostra vita, è la miniera dalla quale rapinare risorse. Ma se non è l’utilità il movente della produzione, allora siamo sommersi da bisogni indotti: ad esempio senza cellulare siamo vissuti serenamente fino a qualche tempo fa, eppure ora siamo convinti che sia un oggetto indispensabile. La politica, nei confini della coscienza separata, non progetta più ad alto profilo, ma segue ed esegue ciò che i grandi centri di potere economico comandano. A questo proposito durante il dibattito è stata rilevata la scarsa qualità della politica italiana attuale (di destra e di sinistra), in riferimento anche alla questione della base USA di Vicenza. Quali sono le alternative secondo Capanna? Rispetto al profitto parla di giusto guadagno, che non è un’idea nuova: l’etimologia della parola guadagno risale ai Longobardi e indicava l’armonia tra l’uomo e la natura. Rispetto alla coscienza separata parla di coscienza globale: essa consente di capire i legami ambientali, politici, economici che uniscono gli eventi e di muoversi secondo l’etica della responsabilità. Negli spazi della coscienza globale trova posto uno sviluppo economico alternativo al capitalismo senza freni e regole: il commercio equo&solidale. Si tratta di un commercio che si preoccupa di dividere il prezzo finale di un prodotto in proporzioni eque tra i soggetti che hanno partecipato alla produzione e alla distribuzione: dal contadino o artigiano del sud del mondo alla bottega nel nord del mondo. È un commercio in crescita, ma d’altra parte senza una volontà politica (riconosce lo stesso Capanna ed il pubblico intervenuto), da solo non basta. Le alternative però possono essere svariate, l’importante è, secondo l’autore, essere d’accordo sui fatti: così non si può andare avanti. Poi, come rifondare le basi della convivenza umana è la discussione successiva, più che mai difficile dopo secoli di cultura individualista.


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